Allattamento al seno: ecco le patologie più comuni causate da un errato attaccamento del bebè

Qualche settimana fa abbiamo parlato di quando sia importante l’allattamento al seno per rafforzare il legame, iniziato in gravidanza, tra una mamma e il suo bambino. E anche quanto sia importante informarsi sul corretto attaccamento del neonato per prevenire problemi al seno. All’origine dei disturbi più comuni, infatti, c’è spesso una posizione errata del bebè. Vediamo insieme quali.

Se il bambino si attacca, tira e ciuccia malamente, può tagliarsi il capezzolo e nasce la ragade. Anche in questo caso, vi rimando al precedente articolo per scoprire come si cura.

A volte, soprattutto durante le prime fasi dell’allattamento, il seno diventa gonfio, arrossato e dolente, congestionato e caldo, e il flusso di latte si arresta. È l’ingorgo. Possono essere motivi d’ingorgo un cattivo attaccamento al seno, il fatto che non si è consentito al bambino di attaccarsi quando avrebbe voluto o la mamma che ha proposto più volte la stessa mammella, dimenticando l’altra. O ancora: il seno ne risente se il bambino cambia i ritmi delle poppate, se ne salta una o se trascorre una notte più lunga del solito. Una donna può trovarsi anche di fronte a ingorghi ripetuti, ma in questo caso è necessario un counseling personale: allora si andrà a vedere cosa è successo nelle ultime 24 ore al bambino e alla mamma e si studieranno le modalità di risposta.

La medicina ideale per curare l’ingorgo è proprio il bambino: lui può aiutare a svuotare il seno e se stesse il più possibile con la madre, anche la notte, potrebbe evitare che un seno già ingorgato diventi di marmo. Dunque la chiave di tutto è una corretta suzione, aiutata da una dieta povera di proteine animali, ricca di carboidrati, riso, frutta e verdura.

Se invece, per varie ragioni, il bambino non può essere così presente, bisogna lavorare manualmente il seno: la madre deve mettersi tranquillamente seduta e, con un asciugamano bagnato, fare impacchi caldo-umidi per un quarto d’ora, venti minuti. E’ necessario massaggiare bene il seno e la zona dell’areola, perché bisogna renderla, assieme al capezzolo, il più possibile mobile, duttile come una gomma da masticare. Se una mamma non ce la fa a svuotarsi il seno manualmente, un buon tiralatte può essere d’aiuto. Un vecchio rimedio è l’applicazione di foglie di cavolo cappuccio: bisogna schiacciare le foglie di cavolo con un mattarello se sono troppo rigide, adagiarle sul seno e lasciarle agire per 20 minuti (due volte al giorno). Questo metodo dovrebbe funzionare dopo due o tre applicazioni, senza abusarne perché c’è il rischio di diminuire la produzione di latte.

La mastite non è altro che un ingorgo trascurato dovuto a mancanza di prevenzione. Bisogna stare attenti però a valutare bene l’esistenza o meno dell’infezione: spesso il rossore e la febbre, anche a 38 e mezzo, è solo segnale di ingorgo. Se quest’ultimo è sfiammato nelle 24 ore successive, può subito risanare.

Il blocco di un dotto galattoforo può essere causato da poppate poco frequenti o da un’inadeguata rimozione del latte. Ciò provoca un gonfiore localizzato spesso molto fastidioso. Per scongiurare l’insorgere di questo problema è bene evitare di dormire a pancia in giù e di indossare reggiseni troppo stretti. È importante anche, come in tutti gli altri casi, che il bambino assuma una corretta posizione durante la poppata.

Il mughetto è un’infezione provocata da un fungo che il piccolo può contrarre durante il passaggio dal canale del parto (se la mamma ne è affetta) o durante i primi mesi di vita, e che trasmette alla madre durante la poppata. La mamma avvertirà dolore durante l’allattamento, i capezzoli si irritano, bruciano, pizzicano e possono diventare lucidi. In questi casi è necessario intervenire subito usando sul capezzolo una pomata specifica.

In quanto meccanismo ormonale, la produzione di latte è molto sensibile agli stress emotivi. Alcuni fiori di Bach possono essere utili ad alleviare gli stati d’animo negativi, che possono interferire con l’allattamento e il rapporto con il bambino. Ad esempio Olive serve a fare recuperare energia e serenità dopo il parto; Gentian per vincere la sensazione d’incapacità; Mustard contro gli sbalzi d’umore; Crab Apple se allattare crea disagio e imbarazzo; Gorse se si è scoraggiate. I fiori di Bach si usano mescolando 2 gocce di ogni rimedio in 30 ml di acqua minerale naturale con l’aggiunta di 2 cucchiaini di brandy. La dose è di 4 gocce, 4 volte al giorno da sciogliere sotto la lingua.

Per rinvigorire i tessuti del seno, invece, bastano spugnature o docce fredde locali, dato che la bassa temperatura ha un effetto vasocostrittore e quindi rassodante. Inoltre getti di acqua fredda e calda, alternati per qualche minuto, sono una vera e propria ginnastica per il seno: stimolano i vasi sanguigni a contrarsi e dilatarsi, migliorando la circolazione e favorendo l’ossigenazione della pelle, con il risultato di un seno più roseo e turgido. Infine bastano pochi e semplici esercizi da praticare quotidianamente a casa per migliorare l’aspetto del seno. Un classico è quello di tenere le mani giunte all’altezza del naso e di spingere e rilassare i palmi uno contro l’altro con forza (tre serie da 10-15 ripetizioni).

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