Campari storia azienda: le origini dell'autentico aperitivo italiano

Campari, industria leader nel settore del beverage mondiale, è una delle aziende italiane più longeve della storia del nostro Paese e il suo successo è dovuto innanzitutto all’alta qualità dei suoi prodotti e alla famosissima ricetta rimasta invariata in oltre 150 anni di storia. L’azienda inizia in un piccolo bar di Novara, il “Caffè dell’Amicizia”, rilevato da Gaspare Campari nel 1860 e dove nascerà e si perfezionerà la formula di Campari. La sua storia è legata a quella di Milano e dei suoi luoghi iconici come Galleria Vittorio Emanuele II, sede del bar Campari e del famosissimo Camparino, nato nel 1915 e che ha rivoluzionato il modo di bere Campari: dallo scantinato un impianto idraulico garantiva un flusso continuo di seltz ghiacciato fino al bancone di mescita (clicca qui per scoprire la Galleria Campari insieme a Leonardo.it).

Nel retro bottega Gaspare allestisce un laboratorio in cui crea gli elisir che lo avrebbero reso famoso, primi fra tutti il Bitter all’uso d’Hollanda e il Cordiale, mentre il bar sulla piazza si trasforma presto in un luogo per politici, intellettuali, musicisti, attori e borghesia più illuminata, trasformandosi immediatamente in un locale alla moda, meta per eccellenza dell’aperitivo milanese. Poco più di quarant’anni dopo, viene inaugurato il primo impianto produttivo a Sesto San Giovanni Milano e l’azienda inizia a esportare i propri prodotti all’estero. E’ l’inizio di un successo inarrestabile che ha fatto di Campari uno degli aperitivi alcolici più noti e ha reso il Gruppo Campari il sesto gruppo al mondo negli spirit di marca.

Ma Campari si è distinta nel corso dei secoli anche per la sua grande capacità comunicativa, sviluppando sempre in modo eccellente le strategie pubblicitarie per rinnovare il proprio marchio. Per farlo ha utilizzato numerose campagne di advertising che, specialmente all’inizio del XX secolo, “sfruttavano” la creatività e l’ingegno degli artisti italiani. E’ il caso di Fortunato Depero, pittore e scultore dell’avanguardia, che inizia la sua carriera pubblicitaria per la Campari nel 1926 quando presenta alla Biennale di Venezia il dipinto Squisito al Selz, dedicato proprio al commendator Campari, realizzando per quest’ultimo centinaia di proposte pubblicitarie. Nelle sue campagne artistiche Depero utilizza figure geometriche piuttosto semplici da essere rese, attraverso un’accurata metamorfosi, in altre immagini.

Interessante da ricordare è anche la storia della rinomata forma della bottiglietta di Campari Soda: siamo di fronte a un’invenzione dello stesso Fortunato Depero. Il primo abbozzo di bottiglia venne realizzato nel 1925 in un disegno che verrà modificato più volte. Il progetto non nacque come ideazione di una semplice bottiglia ma come vero e proprio manifesto pubblicitario. L’intuizione di Depero era giusta: ciò che aveva concepito l’artista era una bottiglietta a forma di calice rovesciato, lunga e sottile e Davide Campari, figlio del fondatore dell’azienda, la spoglierà di qualsiasi scritta, fatta eccezione del marchio e della scritta «preparazione speciale Davide Campari & c. Milano – Campari Soda» impressi sulla superficie. Lo stile di Depero verrà anche ripreso in uno spot televisivo del 1987 per Campari, all’interno del quale le forme e i colori utilizzati nei manifesti pubblicitari dello scultore saranno ripresi nel filmato.

Dagli sketch per Carosello fino alle comparizioni del prodotto nei film di Federico Fellini, Campari è stato da sempre al centro della comunicazione italiana. Negli ultimi anni ’90 inizia la saga Red Passion: da “Il duello” del 2000 basato sulla gelosia a “The secret” del 2005. Gli spot sono sempre ambientati in luoghi lussuosi, opulenti, come l’hotel nel quale viene ripresa la splendida e sinuosa Salma Hayek. La campagna si evolve e si decide di utilizzare il tema delle fiabe grazie al quale una meravigliosa Eva Mendes, nel calendario 2008, è fotografata come Piccola Fiammiferaia, Cappuccetto Rosso, Fata Turchina di Pinocchio e Cenerentola. Solo nel 2011 il testimonial diventa un uomo: l’azienda sceglie l’immagine di Benicio Del Toro e lo rende protagonista di un’avventura alla caccia di una banda di ladri di opere d’arte.

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