Le troie della mia "SQUOLA"

Pareva all’inizio  dato il suo funzionamento non proprio intuitivo, che Twitter fosse in un certo senso destinato a fare la parte del social network un po’ più “intellettuale”, quello che si usava per far girare le notizie più interessanti che magari venivano lasciate in secondo piano dai media ufficiali. Insomma, se Facebook aveva la funzione di far collezionare alle foto di ragazzette in pose lascive con la boccuccia a culo di gallina più like possibili, Twitter pareva destinato a premiare gli hashtag e i tweet più interessanti.

Pia illusione.A meno che non si voglia ritenere interessante quello che negli ultimi giorni è diventato il trend topic più chiacchierato della rete, quel #letroiedellamiascuola che ha radunato intorno a sé fans e detrattori impegnati in una battaglia all’ultimo tweet. Per la verità questo hashtag possiede una sua specificità che lo rende più che interessante: intorno a lui si è creato un affresco virtuale che disegna in modo tristemente realistico quella che è la realtà delle cose. Perché lo squallore che viene dipinto dai tweet esiste.

Esistono queste lolite che scimmiottano una sessualità che non apparterrebbe alla loro età, esistono le ragazzette insicure e anche un tantinello invidiose che lanciano i loro strali moralistici verso quei comportamenti che forse vorrebbero essere capaci di mettere in atto, esistono i ragazzetti che imparano le pose dai rapper e il sesso dai porno e si vantano di aver avuto rapporti con quelle “troiedellascuola” che poi insultano, esiste questa misoginia strisciante che si rivela prepotentemente anche, e soprattutto, dai tweet delle ragazze. Esiste tutto, nelle scuole, nei luoghi di ritrovo, nelle discoteche. Solo che su twitter esiste di più perché c’è un bello schermo che ci tutela dalla carnalità dei rapporti reali.

Ma sono sicuri tutti quei signori perbene scandalizzati davanti alla degenerazione dei costumi, tutti quelli che scagliano le pietre, di poterlo fare serenamente, con la coscienza perfettamente pulita? Sono poche le differenze tra la società dei “ggiovani” che hanno fatto di questo insulso hashtag  un trend topic e la società degli “adulti”. Perché, se lor signori non se ne sono accorti, questi ragazzi scimmiottano proprio loro. In modo più maleducato e politicamente scorretto, certo, ma siamo sicuri che come esistono “letroiedellamiascuola” non esistano anche “letroiedelmioufficio”?

Leggete anche: Quando un’imbranata digitale sposa Twitter.

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