Quanti uomini prima di quello giusto?

Un'esemplificazione ironica del percorso per arrivare all'uomo ideale, tra situazioni grottesche e mancanza di autostima: l'amore giunge sempre quando è inaspettato.

Nei libri e nei film si parla spesso del percorso che un uomo o una donna fanno per cercare l’amore. A volte la questione è esaminata dal punto di vista maschile, come “In cerca di Amy” di Kevin Smith e in “Alta fedeltà” di Nick Hornby, dove in entrambi i casi i protagonisti, rispettivamente della pellicola e del romanzo, sono impegnati a cercare l’amore e a fare di tutto per far durare il rapporto, cercando di instaurare un sano equilibrio di bisogni reciproci.

Nella realtà, tuttavia, spesso si collezionano molti uomini sbagliati prima di conoscere l’anima gemella. Per quale motivo? Ecco un’esemplificazione di massima su quanti, e quali passaggi, separano dal vero amore.

Primo uomo. Qui ci si può anche permettere di sbagliare. Si tratta della propria prima vera storia sentimentale e sessuale importante, fidanzatini dell’adolescenza a parte. Se si è giovani quando capita quest’incontro, ci si trova ad un bivio: o si riesce a trovare una tale simbiosi che il {#matrimonio} diventa lo sbocco certo, oppure nel momento dei cambiamenti si finisce per giungere a una rottura. Di solito, però, quando il primo uomo serio arriva da giovani, il suo ricordo non sarà mai molto brutto. Se si è invece sensibilmente over 20, si può incappare in una storia sbagliata: magari è tanta la voglia di innamorarsi che si perde di vista cosa dovrebbe essere un rapporto equilibrato e se ne diventa succubi, soprattutto se si tratta di quegli uomini che stimolano l’istinto materno. E la storia finisce mentre gli si sminuzza la carne nel piatto, com’è cominciata, all’improvviso e senza ragione.

Secondo uomo. Dopo la prima storia importante, alcune ricorrono a uno scaccia-chiodo. Il che è un bene solo se il partner è consapevole di essere un momento di passaggio. Se proprio si sceglie uno scaccia-chiodo, non si dovrebbe puntare su persone che si conoscono da poco: meglio un amico, magari sensibile ma non troppo, che condivide una simile visione sull’essere soli. È sempre meglio mettere tutto in chiaro, o qualcuno rischierà di farsi male. Potrebbe essere una bella storia, anche se non troppo impegnativa, e l’amicizia potrebbe persistere anche terminata la passione. Tante risate, magari qualche pseudo-romanticismo come una serenata col djembé e qualche situazione paradossale, con qualche madre smemorata che scambia l’amato per il precedente fidanzato spezzacuori e lo caccia da casa.

Terzo uomo. È quello che capita quando si torna single e si è contente di esserlo. Col terzo è sempre dura: si rischia come minimo di innamorarsi di nuovo, ma forse lui non è proprio convinto. Stavolta, meglio che capiti con uno sconosciuto, al contrario del caso precedente, perché se una storia così importante dovesse instaurarsi con un amico, si rischierebbe di perderlo: il {#sesso} cambia qualunque prospettiva in ogni relazione. In genere questa storia dura poco e alla fine ci si potrebbe sentire sfiduciate.

Quarto uomo. A questo punto, si è convinte che nessun ragazzo davvero attraente potrebbe interessarsi a un simile cuore spezzato e senza autostima. Ci si immagina come una di quelle vecchie zitelle gattare che la sera si ritrovano con altre zitelle a discutere di quando cattivi e malvagi siano gli {#uomini}. E si finisce per credere che qualunque ragazzo si avvicini possa rappresentare la salvezza da un futuro che si immagina tanto iniquo. Pessimo e insanabile errore: in questo momento, si è vulnerabili e si potrebbe finire con il primo uomo che passa, senza badare alle differenze che si hanno con lui, soprattutto di tipo culturale. Si vedono molto spesso donne colte e istruite impegnate con questo tipo di uomini e, a parte quelle che provano un certo turbamento per la manovalanza, e per le quali il rapporto funziona a pieno ritmo, per le altre è solo un vuoto a perdere. Qualcosa che si è visto anche in TV in qualche reality: la ragazza si impegna a far imparare a lui parole nuove, ma ottiene degli ibridi lessicali incomprensibili. Finirà con una rottura, proprio com’è accaduto in TV, non appena qualcun’altra poggerà il suo sguardo su di lui. Il che sembrerà paradossale, soprattutto se lui non ha le physique du rôle dello sciupafemmine, ha i piedi piatti e l’intelligenza bovina.

Quinto uomo. Adesso sì che ci si sente a terra, più in basso di così si può solo scavare. Si cerca di trascorrere un periodo all’insegna dell’essere single, passando da un letto all’altro con disinvoltura, magari stagnando in degli incontri assolutamente inutili con l’ex. Ci si sente giustamente demoralizzate, convinte del fatto che non arriverà mai l’uomo dei sogni. Alla fine arriverà lui, la risposta ai vostri problemi, quello che sembra l’uomo giusto. Di solito, a questo punto, è uno conosciuto su Internet, perché ormai si è arrivate a una certa età e sembra assolutamente assurdo poter conoscere ragazzi per bene in altre maniere. Lui sembra sincero, ma glissa quando parla della sua ex, e dato che abita lontano non si sa ancora che la sua ex non è tale, ma è “la-fidanzata-in-carica”. La storia finisce quando la verità si palesa, tra grandi pianti e la richiesta di un po’ di tempo per metabolizzare il tutto. Ci si ritrova a leggere il suo blog: c’è un post proprio nel giorno della rottura, con la dicitura “addio piccola mia”. Peccato che a corredarlo ci sia la foto della macchina d’epoca appena venduta. A questo punto forse si è alla recidività.

Se tutto questo percorso risulta poco comprensibile, significa che si è ancora lontane dall’uomo ideale. Tuttavia, basterà sapere che per ognuna c’è qualcuno, e quel qualcuno è speculare, perché in ogni relazione che si rispetti uomo e donna sono alla pari. Inoltre, è meglio accrescere la propria autostima: il fatto che non si trovi un uomo adatto forse vuol dire che lo si cerca troppo o nel posto sbaglio. L’amore – e non è un luogo comune – arriva quando meno lo si aspetta. E alla fine si riderà delle sventure amorose. Non si idealizza un uomo: il compagno è una figura reale e può commettere errori, come tutti possono commetterli, per cui un po’ di tolleranza in un rapporto non guasta mai.

Seguici anche su Google News!