Vini d'Italia: il piemontese Barbera del Monferrato Superiore DOCG

Un vino importante che esalta i pregi del territorio e soddisfa i palati più esperti: in sintesi, il Barbera del Monferrato Superiore DOCG. Non servono molte parole e, per giudicarlo, invitiamo ad un PROSIT con un nettare d’eccellenza che viene da un vitigno antichissimo.

Zona di produzione e vitigni
La zona di produzione del Barbera del Monferrato Superiore DOCG è compresa fa Asti e Casale Monferrato, che ancora oggi è considerata la “capitale del Monferrato”. La sua denominazione si deve forse al nome storico della regione collinosa, il Monferrato, dove ancora oggi si coltiva il vitigno Barbera. È probabile che la varietà di uva Barbera sia nata da un incrocio spontaneo di semi di vitigni più antichi. Due le tipologie: la Barbera del Monferrato Superiore e Barbera del Monferrato Superiore Vigna.

Caratteristiche organolettiche
Il Barbera del Monferrato Superiore ha un colore rosso rubino con sfumature granate con l’invecchiamento; profumo intenso con note di frutti rossi, ciliegia, spezia leggera e talvolta floreale; sapore armonico, asciutto, persistente e gradevole. Con l’affinamento in botti di rovere sviluppa sentori di cacao o vaniglia.

Il Barbera del Monferrato Superiore a tavola
Per quanto riguarda gli abbinamenti gastronomici, il Rosso accompagna ottimamente piatti tipici piemontesi come agnolotti al sugo d’arrosto, fonduta con tartufo bianco, bagna cauda, minestre di legumi, salumi cotti, bolliti misti. Il Barbera del Monferrato Superiore si accosta a piatti di carne rossa, selvaggina e formaggi ovini stagionati. Va servito a 16-18°C in un calice allungato per rossi giovani o a balloon per la tipologia Superiore e consumato entro 2-3 anni dalla vendemmia o anche 6-7 anni per la tipologia Superiore.

Un po’ di storia
Le origini del vitigno Barbera sono antichissime. Le prime testimonianze del Barbera si trovano in un documento del secolo XVIII conservato nel municipio di Nizza Monferrato. Del Barbera parla Paolo Diacono, il quale narra che, nella battaglia di Refrancore del 663, i Longobardi di Grimaldo sconfissero i Franchi dopo averli ubriacati con il vino delle cantine presenti nel territorio.

Si racconta anche che in quell’occasione i Longobardi riempirono di questo vino moltissime anfore che avevano sparso ovunque per i campi allo scopo di attirare i Franchi. Non è certo che si tratti di storia vera, comunque è certo che anche del Barbera del Monferrato parla il conte Nuvolone nel 1798 nella prima ampelografia dei vitigni coltivati sul territorio piemontese denominata “Vitis vinifera Montisferratensis”.

Oggi il vino Barbera rappresenta circa il 50% dell’intera produzione viticola del Piemonte. La Barbera del Monferrato Superiore ha ottenuto il riconoscimento della denominazione di origine controllata e garantita nel 2008.

Photo Credit: angelocesare via photopin cc

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