Vini d'Italia: Colli di Conegliano DOCG, sinonimo del terroir richiesto per vini d'alta qualità

Terroir: un termine che usiamo per la prima volta in questo nostro percorso settimanale attraverso la vitivinicoltura italiana. Un termine che racchiude in sé le tre componenti indispensabili per produzioni vinicole di alta qualità: la zona climatica, la componente geologica e la zona geografica. Ebbene, Colli di Conegliano DOCG viene prodotto con uve provenienti da vigneti coltivati in zone ad hoc per un terroir d’eccellenza.

Zona di produzione
La zona in cui vengono prodotte le uve idonee ad una DOCG di alto pregio come Colli di Conegliano DOCG, nelle tipologie bianco e rosso, comprende in tutto o in parte il territorio di venti comuni dell’alta collina trevigiana: Cappella Maggiore, Cison di Valmarino, Colle Umberto, Conegliano, Cordignano, Farra di Soligo, Fregona, Follina, Miane, Pieve di Soligo, Refrontolo, Revine Lago, San Fior, San Pietro di Feletto, San Vendemiano, Sarmede, Susegana, Tarzo, Vidor, Vittorio Veneto.

I vitigni
Colli di Conegliano Bianco si produce da uve del vitigno Manzoni Bianco per almeno il 30% e da uve Pinot Bianco e/o Chardonnay in misura non inferiore al 30% con eventuale completamento dell’uvaggio con le varietà Sauvignon e Riesling, fino a un massimo del 10%. Colli di Conegliano Rosso deve essere composto da uve Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Marzemino e Merlot per almeno il 10% per ogni vitigno, con il Merlot con il 40% massimo e Incrocio Manzoni 2.15 e/o Refosco dal Peduncolo Rosso nella misura massima del 20%.

Caratteristiche organolettiche
Colli di Conegliano Bianco si presenta con colore giallo paglierino; profumo aromatico caratteristico; sapore secco, sapido, fine, vellutato e una gradazione minima del 12%.
Colli di Conegliano Doc Rosso ha colore rosso rubino tendente al granato; profumo caratteristico, mediamente erbaceo, gradevole, più intenso con l’invecchiamento; sapore asciutto, sapido, di corpo, armonico, giustamente tannico e una gradazione minima del 12% che sale al 13% nel Rosso Riserva.

Colli di Conegliano DOCG a tavola
Il Bianco è ottimo con insalate di gamberi, risotto al nero di seppia, baccalà, brodetto, antipasti, primi piatti, frittate di verdura, uova, risotti, carni bianche e pesce.
Il Rosso accompagna carni rosse alla griglia e selvaggina, costolette di agnello, braciole di maiale, i formaggi Asiago e Piave e formaggi stagionati in genere, il risotto trevigiano e il radicchio.

Un po’ di storia
La D.O.C.G. dei Colli di Conegliano si rifà all’antica tradizione degli altri vini delle colline trevigiane, ad una viticoltura dal passato che ha saputo evolversi nel tempo salvando e, nello stesso tempo, promuovendo alcune particolarità enologiche di elevato pregio fino ad offrire l’opportunità per premiare il famoso vino bianco ottenuto in via sperimentale dal professor Luigi Manzoni, già Preside della Scuola di Viticoltura ed Enologia di Conegliano.

La vitivinicoltura era conosciuta nel territorio dei colli coneglianesi già al tempo dei Paleoveneti e dei Romani, ma la viticoltura moderna nella pedemontana trevigiana orientale nasce con la pubblicazione del libro La vite e il vino nella provincia di Treviso di Angelo Vianello e Antonio Carpenè nel 1874 e con la fondazione della Scuola Enologica di Conegliano nel 1876. Dal 1923, all’istituto si affianca la Stazione Sperimentale di Viticoltura ed Enologia, ancora oggi punto di riferimento del Ministero dell’agricoltura italiana per la ricerca e la sperimentazione viticola.

La Doc Colli di Conegliano è stata riconosciuta con DPR del 03.08.1993, pubblicato sulla GU 196 del 21.08.1993 e la DOCG Colli di Conegliano è stata istituita nel 2011.

Photo Credit: riccardoce via photopin

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