Segnali maschili della fine di un amore

Quando un uomo è stanco della propria compagna? Ecco alcune indicazioni preliminari tra l'ironico e il drammatico da cui prendere spunto.

A tutte voi sarà sicuramente capitato di essere state lasciate senza apparente motivo: la relazione sembrava procedere al meglio e, di punto in bianco, il partner ha deciso di interrompere bruscamente la storia. Ogni fine d’amore, tuttavia, sottende sempre una ragione, anche quando non è esplicitamente espressa a parole: vi sono segnali, alcuni di questi addirittura insospettabili, che permetterebbero di scoprire con largo anticipo l’arrivo di una tempesta davvero nefasta.

Nonostante ogni uomo sia unico dal punto di vista caratteriale, vi sarebbero alcuni elementi cardine presenti in ogni relazione finita nel peggiore dei modi. Dei veri e propri topoi con cui gli appartenenti del genere maschile prima o poi si renderebbero evidenti, sintetizzati dall’esperienza delle donne della Rete. Imparare a riconoscere questi primitivi segnali potrebbe aiutare le donne a giocare d’anticipo, per riparare una relazione in crisi o, nel peggiore dei casi, per scappare a gambe levate prima che il castello di carta delle proprie concezioni amorose crolli miserabilmente.

La prima questione da prendere in considerazione è quella che gli anglosassoni definiscono con il termine “Radar“. Se il compagno tende a tenere sott’occhio la partner, esigendo esplicitamente o implicitamente che nelle uscite pubbliche ricada sempre all’interno del proprio campo visivo, significa che la storia non è destinata a durare. Il sentimento di gelosia maschile è spesso apprezzato dalle donne, perché tradotto come amore infinito da parte del partner. In realtà, indica un’emozione ben più cruenta: la mancanza di fiducia. A una festa, ad esempio, un fidanzato non controllerà l’assenza di altri prestanti giovani pronti a scippare l’oggetto dei propri desideri, bensì che non sia l’amata a gettarsi nelle braccia del primo, e magari scarsamente piacente, pretendente. Un cambio di prospettiva interpretativa che apre un vero abisso nella coppia.

Si procede, quindi, con la possessività autoreferenziale. Quando il partner inizia a tenere ben sigillati i propri spazi dall’intervento della compagna, siano essi fisici o mentali, manifesta implicitamente la paura che le azioni dell’amata possano inquinare questa oasi di felicità individuale. Si tratta di una gelosia che si può definire “territoriale” e che non va, invece, confusa con il concetto di privacy. Ognuno di noi ha un proprio ambito di azioni, o emozioni, gestite in solitudine e che devono essere rispettate. Il problema sorge quando attività prima comuni diventano a esclusivo appannaggio dell’uomo. Qualora il partner preferisse chiudersi in camera per vedere in TV lo stesso programma seguito in salotto dalla fidanzata, è meglio iniziare il countdown per il ritorno alla vita da single.

L’umore altalenante è sicuramente uno dei segnali più evidenti di una malessere. Senza scomodare il disturbo di bipolarismo, spesso e volentieri alcuni uomini passano dalla rabbia più accesa al romanticismo più melenso. A volte è il semplice testosterone ad avere la meglio sulla capacità di controllo delle emozioni, nella maggior parte dei casi è invece indice di un conflitto interiore tra amore e repulsione. La razionalità lo spinge a concedere una nuova chance all’amata, l’inconscio ha già deciso di lasciar perdere.

Un altro fattore da tenere in considerazione è sicuramente la scarsa propensione alla mediazione. Finiti i tempi delle opinioni in sincrono, molte donne semplicemente pensano che sia la naturale evoluzione della coppia. Ma un uomo che non prova nemmeno a sforzarsi nel comprendere il punto di vista altrui, sottolinea semplicemente il proprio disinteresse. Il punto di non ritorno è quando l’uomo concede la ragione incondizionatamente alla propria metà, senza opporre resistenza: in questo caso non è solo annoiato o stanco della storia, ma ha addirittura una pessima idea dell’intelligenza di chi gli sta affianco.

Infine, è bene citare uno degli argomenti più dibattuti dalle donne di mezzo mondo: l’evasività al telefono. Fino a pochi mesi fa il compagno spendeva gran parte del proprio tempo in SMS romantici e in telefonate a tutte le ore, ora risponde alle chiamate emettendo un suono a metà strada tra il grugnito e l’enfisema, magari infarcendo la conversazione di numerosi “sì, sì” scanditi a cadenza quasi svizzera. Molte innamorate giustificano questo comportamento con gli impegni quotidiani dell’amato, forse troppo preso dal lavoro per conversare con un minimo accettabile di eloquenza. Nella maggior parte dei casi, invece, l’uomo sta pensando alla bolletta insoluta da pagare o a come terminare in maniera proficua il proprio sudoku, ignorando quasi completamente le parole della fidanzata.

Si tratta di ovvie macroaree tra il generico, lo stereotipato e l’ironico che, se contestualizzate, potrebbero addirittura rivelarsi veritiere. Nell’attesa di scoprire se lettrici e lettori si siano mai imbattuti in questi comportamenti teorizzati dalle donne internettiane, è lecito fare un piccolo passo avanti. Colti questi messaggi preliminari, a volte presenti mesi prima dell’effettiva rottura, è necessario infatti scoprirne le ragioni che li han generati. In questo processo, però, è sempre meglio evitare di essere inquisitori nei confronti del partner: nessun uomo sembrerebbe gradire un dito puntato, foriero di un’accusa mal celata.

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