Sesso: perché chiamare poco di buono le donne che lo fanno?

Sesso e donne libertine: un excursus storico e artistico sul binomio sesso e potere e su come gli uomini sentano minacciata la propria virilità da una donna che ha più partner.

Il sesso è qualcosa di estremamente naturale. La maggior parte degli animali fa sesso in un modo o nell’altro, ma solo l’essere umano ne trae piacere che non sia solo fisico, ma implichi una serie di relazioni più o meno durature, a volte anche nel solo arco di una notte. I rapporti occasionali esistono e se un uomo ha un rapporto occasionale, vuol dire che c’è sempre una donna che ha un rapporto occasionale con lui: e allora come nasce la cattiva reputazione di una donna che ama il sesso?

Si crede a volte che le cose siano molto differenti rispetto a qualche anno fa. E in parte è così: la rivoluzione sessuale ritratta da Sex & The City ha sortito i suoi effetti. Oggi del donne sono molto più consapevoli del sesso e delle relazioni con gli uomini: non ci sono più damine svenevoli che attendono alla finestra l’arrivo del proprio cavalier servente, e soprattutto sono molto rare quelle che arrivano vergini al matrimonio o hanno conosciuto un solo uomo nella loro vita, biblicamente parlando. Ma il pregiudizio resta: e una donna libertina viene considerata una poco di buono, mentre un uomo libertino quasi un eroe.

Viene da pensare a come la storia (e la mitologia) abbia descritto la donna in rapporto con il sesso. Si prenda la Bibbia: una donna usa il sesso per far mangiare all’uomo il frutto proibito, un’altra sfrutta la sua sensualità per far tagliare la testa a Giovanni Battista, un’altra è stata erroneamente confusa con una prostituta (e nel Vangelo non c’è scritto), la Maddalena, mentre in realtà era una buona samaritana. La questione non cambia molto cavalcando i secoli: ne Le Mille e Una Notte, Sherazade avvince un uomo a sé affabulandolo dopo che era stato tradito dalla moglie. E se eccettuiamo il dolce stil novo, nemmeno con gli albori della letteratura in Italia, le donne se la passano molto meglio, per non parlare della Lesbia catulliana, oggetto di feroci invettive per i suoi costumi liberi.

La libertà di costumi sessuali da parte delle donne ha influenzato in maniera sanguinaria anche il Medioevo. Molte streghe, o meglio molte donne torturate e giustiziate come streghe, altro non erano che donne libertine accusate ingiustamente, spesso anche da altre donne. La storia dipinge le donne che amano il sesso come delle maliarde che sfruttano il potere degli uomini tenendoli avvinti a sé, Poppea e Messalina sono solo le iniziatrici di un modo di vedere la donna che è giunto ai giorni nostri.

Il sesso è potere, su questo non si discute. E molti vedono nel potere l’attestazione della propria virilità, cosa che per molti uomini non può essere lontanamente essere messa in discussione. È la libertà dell’altro che fa paura, non solo la libertà di gestire i propri organi sessuali e riproduttivi, ma la libertà del cuore, per poter “scaricare” l’uomo molesto, quello che al massimo è da una-notte-e-via. Un effetto di questa libertà che si è spogliata di un po’ di pregiudizi è per esempio la possibilità di acquistare i preservativi senza essere giudicata: le malattie sessualmente trasmissibili sono una tale realtà che pochi giudicherebbero una donna che voglia tutelare la propria salute. Ma c’è ancora chi, persino nel mondo occidentale, ha ancora le fette di prosciutto sugli occhi: se si tratta di un bacchettone, meglio non badarci, probabilmente non ha vissuto intensamente un solo giorno della sua vita, se invece si tratta di un latin lover, basta farsi una risata, perché probabilmente ha collezionato tante tacche sulla sua cintura sì, ma, a parte la sua mamma, non è riuscito a farsi amare da nessuno.

Fonte: Collegecandy.

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