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“A serious man” è l’ultimo gioiello cinematografico scritto, diretto e prodotto dai fratelli Coen.
Ironica e complessa, profondamente drammatica, la pellicola uscirà nelle sale italiane oggi, 4 dicembre.
Il film si apre con un prologo, apparentemente estraneo alla storia, che richiama le favole tradizionali yiddish sulla maledizione degli spiriti. Poi la storia inizia e il protagonista, Larry, sembra vittima di quell’antica e profetica maledizione.
Il racconto si ambienta negli anni ’60, in una tranquilla città di provincia del Minnesota, dove vive Larry Gopnik, un professore di fisica. Larry è un ebreo praticante, è sposato e ha due figli.
Un giorno il mondo gli crolla addosso: la moglie vuole il divorzio perché si è innamorata di un altro, i due figli gli rubano i soldi dal portafogli per comprarsi la marijuana o per finanziarsi un intervento di rinoplastica, il fratello disoccupato dorme sul divano e si lamenta dei suoi problemi, uno studente coreano lo ricatta, il vicino di casa si appropria della sua porzione di giardino. La tranquilla e ordinaria quotidianità crolla in tutti i suoi elementi, ma l’unico modo che Larry conosce per reagire è restare inerme, non fare nulla. Così Larry chiede aiuto ai diversi esponenti della comunità ebraica, rabbini più giovani e più vecchi. Ma le antiche tradizioni religiose e culturali ebraiche non aiuteranno il povero Larry, perché enigmatiche, troppo difficili da comprendere.
Le carte si rimescolano, altri avvenimenti colorano e arricchiscono la storia, per poi sfociare nell’inevitabile soluzione drammatica: una telefonata dall’ospedale o forse un tifone spazzeranno via ogni problema.
Con questo film molto autobiografico, i fratelli Coen raccontano la società ebraico-americana degli anni ’60 in cui sono cresciuti, caratterizzata da villette che sembrano di marzapane, tutte uguali, un ritmo di vita ordinario, in cui tutti gli ebrei aspirano a diventare degli uomini retti.
Oppressivo, angosciante, cupo ma allo stesso tempo ironico e divertente.
Sicuramente “A Serious Man” non è un film adatto a tutti: risulta frammentario, spiazzante, angoscioso. Necessita una profonda riflessione e una vivace attenzione per poter ricollocare ogni elemento al posto giusto e comprendere questo racconto incantevole e delicato dei fratelli Coen.
Visualizza questo contenuto suArticolo originale pubblicato il 4 dicembre 2009
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