La penultima giornata di Paris Fashion Week si è conclusa al Lycée Carnot con la sfilata della Alexander McQueen collezione Autunno-Inverno 2019/2010: un viaggio tra le fabbriche tessili dell’Inghilterra del Nord dove è nata la stilista del brand britannico (preferito da Kate Middleton), Sarah Burton.
A Macclesfield, dove è cresciuta, e nelle città vicine i mulini producono ancora le lane usate per gli abiti da uomo nel Regno Unito e all’estero.
Sono assi di legno grezzo – sotto una fila da illuminazione industriale – a fare da passerella, intorno alla quale enormi rotoli di tessuti di lana servono da sedili. “Ho portato la mia équipe a vedere i mulini in un paesaggio che ricordo dalla mia infanzia: il cuore della collezione è ispirato ai rotoli di stoffa che abbiamo visto tessuti sia dall’uomo che dalla macchina“, ha spiegato la stilista.
Per il giorno, la collezione prevede tailleur creativi dal taglio sartoriale: completi pantalone dalla spalla segnata e stretta, dove un drappo di tessuto scorre dalla linea della vita con una cimosa; un cappotto di Principe di Galles, con il quale la gonna è coperta da un ricamo arruffato, arruffato, fatto con gli scarti di bordi lasciati sul pavimento della sala da taglio; una giacca da smoking con una spalla elegantemente tagliata e un’altra in seta di lana nera con maniche di raso fucsia, drappeggiata per assomigliare a una cascata di petali di fiori.
Alexander McQueen: sfilate

Non mancano uscite di ispirazione punk, come nel dna della griffe, con trench neri e biker borchiati da indossare su romantiche gonne preziosamente ricamate.

Splendido l’abito argentato che sembra fatto di paillettes di metallo allungate, mentre è stato realizzato con i licci di un telaio incisi in paillettes e tempestati di perline. Il rumore che fa mentre si muove ha lo scopo di imitare il suono di un’officina. E poi strass, borchie, elementi metallici duri e preziosi insieme.

Spiccano anche gli abiti dal taglio romantico, con maxi rose stampate, a sottolineare la silhouette e da indossare con piglio sicuro, choker di pelle e alti anfibi ai piedi.

Strepitosa la chiusura con le tre gigantesche creazioni in taffettas di seta scarlatta, nera e fucsia da cui escono arruffati metri di stoffa scolpiti per assomigliare a enormi rose, omaggio alla Guerra delle due Rose (la rossa indicava la casata di Lancaster), combattuta nel Quattrocento in Inghilterra.

Come sempre da Alexander McQueen couture e streetwear convivono felicemente, insieme ad elementi luxury e della grande industria, in una contraddizione che si fa armonica, secondo uno dei lasciti del defunto Lee McQueen.
Quanto mai attuale Sarah Burton, che fa suo nel modo più creativo e lussuoso il concetto del riciclo di scarti industriali e realizza una collezione di capi pensati, profondi, magnificamente realizzati che parlano di da dove siamo venuti e dove siamo diretti.
Leggi anche: