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la cistite è una patologia frequente durante la gravidanza essa colpisce circa il 40% delle donne gravide.
In gravidanza, per le varie trasformazioni che il corpo femminile subisce e anche a causa del peso del bambino, si può rischiare di avere la cistite, un’infiammazione della vescica, provocata da germi che colonizzano l’intestino.
La causa è quasi sempre batterica e l’80% delle volte il “colpevole” è l’Escherichia coli; in una minoranza di casi a provocarla può essere anche un fungo, come la Candida o un protozoo, come il Trichomonas vaginalis.
Il sintomo più evidente è lo stimolo continuo a far pipì ma senza soddisfazione, perché la minzione si riduce a poche gocce, emesse con dolore e bruciore. Talvolta anche l’ematuria, ossia presenza di sangue nelle urine, può comparire ed essere visibile a occhio nudo o solo al microscopio mediante esami di laboratorio. Tra i sintomi può esserci anche del dolore sovrapubico o lombosacrale.
Curare per tempo la cistite è molto importante perché se non trattata un’infezione urinaria anche a bassa carica batterica comporta complicanze che possono essere serie sia per la gestante sia per il feto. L’arma migliore è quindi come sempre la prevenzione.
La prima mossa è un’attenta pulizia personale. Utilizzare un sapone liquido neutro, pulirsi sempre dalla vagina verso l’ano e mai viceversa, indossare biancheria di cotone.
Una volta individuata l’origine della cistite, la terapia tradizionale è quella antibiotica, antimicotica o antiprotozoaria, a seconda del germe responsabile. Perché il trattamento sia efficace e risolutivo, il farmaco va assunto per l’intero periodo prescritto e non va sospeso in anticipo.
Oltre alla medicina tradizionale, però, per prevenire la cistite o a contrastarla se i disturbi sono lievi, si può ricorrere anche a omeopatia e fitoterapia. Fra i rimedi omeopatici, quello in assoluto più efficace per contrastare il disturbo è Cantharis, utile in particolare se la futura mamma ha sangue nelle urine e dolore al momento della minzione. Se invece il dolore, più che a livello vescicale si avverte nella zona renale, si può provare con Berberis.
A volte può capitare di accusare i disturbi tipici della cistite anche se non c’è una contaminazione batterica, ma solo un’infiammazione dovuta, ad esempio, a un colpo di freddo o a una irritazione delle mucose, cosa che può capitare soprattutto in seguito a rapporti sessuali o allo sfregamento di indumenti aderenti. In tal caso si può provare con Thuia, che ha un’azione lenitiva sulle mucose.
Nel campo della fitoterapia, invece, tra i rimedi vanno per la maggiore il Mirtillo Rosso e l’Uva Ursina. Il primo è efficace soprattutto a livello preventivo perché contribuisce a ridurre il pH urinario, impedendo l’adesione dei batteri alle pareti della vescica. Mentre l’Uva Ursina funge da azione antibatterica.
photo credit: skokko via photopin cc
Articolo originale pubblicato il 30 novembre 2013
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