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Lo storico atelier di Avenue Montaigne a Parigi ospita la sfilata di moda disegnata da Maria Grazia Chiuri.
Come da tradizione, la settimana dell’alta moda a Parigi entra nel vivo con la collezione Dior Haute Couture Autunno-Inverno 2019/2020, disegnata da Maria Grazia Chiuri.
Location d’eccezione per la nuova sfilata, allestita presso la Maison al numero 30 di Avenue Montaigne con un allestimento scenografico di grande effetto curato dall’artista Penny Slinger, che ha trasformato l’atelier in un tributo incantato agli elementi.
“Nelle tradizioni sciamaniche e incentrate sulle donne, quando qualcuno muore, il suo corpo viene simbolicamente e cerimonialmente restituito agli elementi; quindi, in sostanza, tutto quello che è stato creato qui con la decorazione del luogo p un’offerta del corpo che torna alla natura per liberare il suo spirito e rinascere “, ha scritto Penny Slinger, in un post su Instagram.
È col profilo social che Dior decide di dare i primi indizi per leggere una collezione quanto mai ricca di spunti e di riflessioni; a partire dalle Cariatidi, silhouette femminili che che sostenevano le architetture dei tempi antichi e decorano ancora oggi alcuni edifici parigini, avvolti in tuniche dalle linee pure, hanno sempre messo su il peso del mondo; illustrazione metaforica del ruolo di supporto che le donne svolgono, sia nell’architettura che nella società.
A fare d’ispirazione, ci dice Chiuri stessa, il documentario Les Dites Cariatides girato da Agnes Viarda nel 1984 (e nel 2005 la regista francese, da poco scomparsa, ha realizzato un secondo cortometraggio, Les Dites Cariatides bis, che include scene non utilizzate nel precedente).
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Are clothes modern? Si chiede la Chiuri citando una celebre mostra allestita da Bernard Rudofsky al MoMa di New York nel 1944 (seguita da un altrettanto celebre saggio dell’architetto austriaco): un abito bianco, l’unico dell’intera collezione, ad aprire la sfilata, vera e propria dichiarazione d’intenti della stilista italiana. Da quella prima tunica di seta fino alla casa, omaggio finale alla facciata dell’atelier, riprodotta in scala in versione scatola dorata creata da Penny Singer con cui una silfide fa chiudere il fashion show, la nuova prova di Chiuri è l’ennesimo gioco di rimandi e di citazioni, di dediche e di tentativi mai sopiti di innovazione.
E non poteva che essere scultorea la proposta Dior Haute Couture con il suo susseguirsi sulla passerella di vestali e sacerdotesse, guerriere e streghe punk in smokey eyes nero e veletta calata sul volto: frange, piume e preziosi ricami decorano abiti rigorosamente neri ora lineari e architettonici ora fluidi e trasparenti.
Un tripudio di giacche bar declinate in infinite variazioni, da portare su mini che ricordano i tutu della ballerine o lunghe gonne da cui compaiono calze gioiello.
Abiti monospalla, crinoline, longdress stretti in vita da sottili cinture si alternano a settecentesche mantelle e qualche – pochissime – proposte di pantaloni.
Solo gli intarsi metallici interrompono la lunga sequela di abiti neri, a cui fanno da contrappunto due abiti in argento e due romantici ball grown in rosa pallido e in rosso prugna.
Parterre de roi – e non poteva essere altrimenti – a popolare il front row, a partire da Chiara Ferragni, accompagnata dalla sorella Valentina, Elisabeth Moss, protagonista pluripremiata de I racconti dell’ancella, Bianca Jagger, da anni in prima linea, la Wonder Woman Gal Gadot, Natalia Vodianova, super top negli anni Novanta e oggi celebre per il suo impegno sociale, le modelle Romee Strijd, Coco Rocha, Camille Rowe, le influencer Jeanne Damas, Camila Coelho, Giovanna Battaglia e Olivia Palermo, l’attrice di origini indiane Priyanka Chopra, la politica Segolene Royal, Shailene Woodley, sul piccolo schermo in occasione della seconda stagione di Big Little Lies, Bianca Brandolini d’Adda e l’etoile Eleonora Abbagnato, Maya Hawke, figlia di Uma Thurman ed Ethan Hawke nuova protagonista di Stranger Things 3, l’architetto Peter Marino, la scrittrice nigeriana Chimamanda Adichie.
Maria Grazia Chiuri (che dopo la sfilata riceverà la Legion d’onore dalle mani della Ministra per la Parità di Genere, Marlène Schiappa) prosegue dunque anche con la Dior Haute Couture Autunno-Inverno 2019/2020 il suo apporto all’estetica e al movimento femminista, mostrando ancora una volta la sua donna non più soltanto emancipata, ma ormai libera di mostrare il suo lato più oscuro, la sua anima ancestrale. È nella natura delle cose, tra la terra e l’aria, far il fuoco e l’acqua, che l’eterno femminino – e cariatide – trova la forza per sorreggere tutto il peso del mondo.
Articolo originale pubblicato il 1 luglio 2019
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