Giorgio Armani collezione Primavera-Estate 2019
Dopo lo show EA Boarding all’aeroporto di Linate, Re Giorgio torna in casa, all’Armani/Teatro di via Bergognone, con un focus su La forma del colore.
Dopo lo show EA Boarding all’aeroporto di Linate, Re Giorgio torna in casa, all’Armani/Teatro di via Bergognone, con un focus su La forma del colore.
La collezione Giorgio Armani Primavera-Estate 2019 chiude, come da tradizione, le sfilate di Milano Moda Donna. Dopo il vero e proprio show Emporio Armani Boarding all’aeroporto di Linate, Re Giorgio torna in casa, all’Armani/Teatro di via Bergognone, con un focus su La forma del colore.
A preannunciare la collezione presentata alla Milano Fashion Week, infatti, un breve video sui social network che unisce texture, fantasia e colore, con il logo del brand circolare a racchiudere la G e la A.
E forse non è un caso che, leggendo il nome scelto per la sfilata, a venire alla mente sia quello del film vincitore dell’Oscar 2018 La forma dell’acqua (The Shape of Water), di Guillermo Del Toro. In passerella, infatti, fin dai primi look, scorrono tessuti opalescenti, traslucidi, che richiamano la trasparenza e il bagliore di acque cristalline.
Abiti e tailleur pantalone sono leggerissimi, in organza lucida, con dettagli come cinture e bracciali in pvc trasparente che regalano modernità, insieme alle chiusure lampo delle delicate giacche, oltre che la sensazione di rivedere il riflesso del mare.
Ad accentuare la lucentezza, i ricami di paillette, piccole e grandi, cascate di pietre colorate e la palette di rosa e azzurri delicatissimi. Per la sera, i colori si fanno un po’ più intensi, proprio come quelli sulle spiagge più belle del mondo, l’azzurro diventa blu-grigio, il rosa diventa fucsia. Le gonne lunghe, iridescenti, si chiudono a portafogli, gli abiti si impreziosiscono con frange e balze plissettate.
Le modelle camminano sulle acque grazie a calzature brillanti, che siano décolleté con tacchi a spillo vertiginosi, tronchetti, t-bar o originali scarpe in tessuto tecnico. Brillanti anche gli altri accessori, dalle borse ai tanti gioielli, tra orecchini, collane, bracciali, da sovrapporre – neanche a dirlo – in un gioco di trasparenze e colori. A dare la forma al colore anche eleganti cappelli a falde larghe in organza.
Una collezione piena di luci, riflessi, molto femminile e portabile, anche se nel complesso, forse, un po’ âgée.
“Mi è piaciuto ricordare alle donne quanto la moda possa illuminarle e in un certo senso farle anche divertire. Questi colori tenui a mio parere contribuiscono profondamente a dare eleganza a una donna”, ha spiegato ai giornalisti Giorgio Armani, dietro le quinte della sfilata, come riportato da D. “Sono molto contento del mio percorso e di tutto quello che è stato fatto anche con Emporio Armani, all’aeroporto di Linate. Ci sarà un altro capitolo con altrettanta grandezza. Milano ha bisogno della moda e la moda di Milano: la loro unione può fare cose davvero grandi”. E dopo le parole di supporto alla moda milanese, non mancano, e non potrebbe essere altrimenti, quelle di appunto alla tristemente celebre inchiesta del New York Times sul lavoro sottopagato e sommerso nel campo della sartoria italiana. “Le critiche che ci arrivano dai giornali americani? Anche se giuste, anche se guardano solo a piccoli episodi della nostra grande moda, nascondono solo invidia e faziosità. La dimostrazione di tutto questo? La settimana della moda di New York non è più rilevante. È un peccato e dispiace. Forse dovrebbero preoccuparsi di quello”.
Re Giorgio, insomma, porta avanti i suoi compiti senza perdere colpi: quello di far risplendere una donna sempre elegante e quello di ambasciatore in pectoredel Made in Italy.
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