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Milano e Napoli completano il filotto elettorale del centrosinistra. L'avvocato vince con il 55% e l'ex magistrato con il 66%. Nel PDL aria di crisi e regolamento dei conti.
Il filotto è completato: dopo Torino e Bologna, anche Milano e Napoli vanno ai candidati di centrosinistra, rispettivamente Giuliano Pisapia e Luigi De Magistris. Dati impressionanti: l’avvocato è diventato sindaco con il 55% dei voti; l’ex magistrato ha toccato una quota bulgara: 65%. Letizia Moratti ha recuperato in questa seconda tornata, ma troppo poco. Giovanni Lettieri, invece, è stato subito scavalcato dal suo rivale.
Queste vittorie secondo alcuni erano preannunciate, visto che era quasi impossibile per il centrodestra recuperare tanti punti di svantaggio in 15 giorni senza apparentamenti (il terzo polo si è sostanzialmente defilato rispetto ai due candidati del ballottaggio) a Milano, così come Lettieri poteva contare soltanto sui suoi voti, e i voti non si moltiplicano per miracolo.
Ma per quanto probabile, il popolo di sinistra si è riversato nelle piazze per festeggiare una specie di Champions League, soprattutto a Milano, dove il centrodestra cade dopo 15 anni di supremazia.
Pisapia non ha al momento rilasciato dichiarazioni, pare le farà stasera sul palco già montato nel pomeriggio in piazza Duomo. De Magistris, invece, ha già detto la sua, laconico, alla diretta di La7:
“Napoli è stata liberata: io e l’amministrazione che mi accompagnerà non dovremo dare conto a nessuno, solo alle idealità e alle competenze.”
Ma il suo padrino politico, Antonio Di Pietro, si candida all’espressione cult di questi ballottaggi, con un avverbio di sua invenzione:
“Silvio Berlusconi spontaneamente non se ne andrà mai, ma “spintaneamente” se ne dovrà andare se lo costringeremo a farlo.”
Il centrodestra? Una sconfitta così lampante non può non lasciare segni nel PDL, dove si registrano già i primi abbandoni, come quello dell’ex ministro Sandro Bondi, che ha messo a disposizione del partito le sue dimissioni:
“Valutati i risultati elettorali intendo rimettere il mio mandato di coordinatore nelle mani del Presidente Silvio Berlusconi. Ritengo che da questo momento il presidente Berlusconi debba ricevere non solo la più ampia fiducia e solidarietà ma soprattutto la assoluta e incondizionata libertà di decisione e di iniziativa per quanto riguarda il futuro del partito.”
Di avviso decisamente diverso la parte leghista, che non ha mai nascosto le sue perplessità per la candidatura milanese, e sulla Padania già campeggia il titolo da una dichiarazione di Umberto Bossi: “È la sconfitta di Silvio Berlusconi”. Stesso parere dell’Udc, che tramite il coordinatore Lorenzo Cesa chiede il passo indietro al presidente del Consiglio:
“Adesso tutti dovranno riflettere. Le forze di opposizione, che non possono illudersi di avere già creato un’alternativa per il solo fatto che Berlusconi è stato sconfitto. E le forze di maggioranza: se capiscono il messaggio degli italiani, non possono che chiedere a Berlusconi di fare rapidamente un passo indietro per ricomporre l’unità dei moderati.”
In questo contesto, si fanno notare le testate vicine a Berlusconi, come “Libero”, che si è aggiudicato il titolo, al momento, più trend su Twitter: “Ora godetevi i comunisti“. Radio Padania, più ironicamente, ha cominciato a trasmettere l’inno dell’Internazionale e quello sovietico.
La sensazione però è non ci sia molto da scherzare, e qualche testa nel centrodestra cadrà, così come è probabile un congresso. Ma tutto dipende da Silvio Berlusconi, al momento in Romania e per nulla intenzione a dimettersi, nonostante lo stesso Pierluigi Bersani, in una conferenza stampa pochi minuti fa, glielo abbia già chiesto.
Visualizza questo contenuto suArticolo originale pubblicato il 30 maggio 2011
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