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A due anni di distanza dalla morte di Eluana Englaro, il mondo politico si divide ancora tra il ricordo "pro-life" e la giornata per la libertà di scelta.
Sono passati due anni dalla scomparsa di Eluana Englaro. Dopo 17 anni in un letto con il corpo tenuto in vita da una macchina, alle 19,35 del 9 febbraio 2009 il suo cuore ha infatti smesso di battere, dopo che è stato applicato il protocollo di sospensione della nutrizione artificiale.
Una decisione che aveva provocato un mare di polemiche dentro le aule di Parlamento, ma che aveva alimentato il dibattito sull’eutanasia anche tra la gente comune. Una discussione accesa che spesso si è intromessa dentro a una vicenda dai contorni assolutamente personali. Come scriveva Roberto Saviano a pochi giorni di distanza dalla scomparsa di Eluana:
“Da italiano sento solo la necessità di sperare che il mio paese chieda scusa a Beppino Englaro. Scusa perché si è dimostrato, agli occhi del mondo, un paese crudele, incapace di capire la sofferenza di un uomo e di una donna malata. Scusa perché si è messo a urlare, e accusare, facendo il tifo per una parte e per l’altra, senza che vi fossero parti da difendere.”
Proprio per oggi il Governo ha organizzato la Giornata nazionale degli stati vegetativi, un’iniziativa che è stata definita “pro-vita” ma che non trova tutti d’accordo. Come scrive Guglielmo Pepe sul blog di Repubblica:
“Il calcolo politico “pro-vita” (meschino, perché cerca di portare a casa anche il consenso di quei cattolici schifati dalle feste di Arcore e di Palazzo Grazioli), potrebbe infrangersi con la maggioranza dell’opinione pubblica. La vicenda degli Englaro ha sensibilizzato gli italiani sul “fine vita”, al punto che ogni sondaggio ci dice che larga parte dei cittadini sarebbe favorevole a un Testamento biologico rispettoso delle volontà di chi vuole rifiutare l’accanimento terapeutico (e quindi nutrizione e respirazione artificiali). E in un altro recentissimo sondaggio, il 75 per cento dei chirurghi si è detto contro l’alimentazione artificiale, perfino se fosse imposta per legge.”
Iniziative come questa anziché ricordare Eluana Englaro e unirsi al dolore dei suoi famigliari sembrano andare proprio contro la sofferta scelta (e battaglia) sostenuta da Beppino Englaro. Come sottolinea l’ex ministro per le Pari opportunità Barbara Pollastrini, questa giornata organizzata dal Governo è:
“Un altro affronto al rispetto delle persone. Un altro tentativo di dividere il Paese. Una scelta miserevole che vorrebbe contrapporre chi sarebbe per la vita e chi no. Il loro cinismo arriva anche a questo.”
A questo proposito è stata dunque organizzata sempre per oggi la giornata della libertà di scelta:
“Una mobilitazione laica e democratica che risponde a questa ennesima ignominia berlusconiana e clericale.”
Articolo originale pubblicato il 9 febbraio 2011
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