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Il lavoro ideale per chi ama i libri? Ecco alcune proposte e qualche consiglio per chi vorrebbe che la lettura diventasse una professione.
Il lavoro ideale può essere il modo per dare voce alle proprie più grandi passioni. Per molti sono i libri a rappresentare una vera e propria ragione di vita.
Il lavoro ideale per chi ama i libri può abbracciare gli ambiti più disparati: ci sono parecchi modi per poter maneggiare i libri e sentirne ogni giorno l’odore. Alcuni settori sono più difficili di altri da scardinare, ma vale la pena tentare, se si tratta di un sogno. Ma quali sono i lavori ideali per chi non vuole rinunciare a questa passione?
Il primo è il lavoro di blogger. Fare il blogger vuol dire scrivere articoli per il proprio blog personale o per i blog di più o meno grandi testate giornalistiche e gruppi editoriali. Scrivere articoli implica un’approfondita ricerca attorno al tema trattato, ricerca che può avvenire via Web, eBook o libro cartaceo: fare il blogger può essere il primo passo verso un mondo più grande.
Il mestiere di scrittore è ambito da moltissimi. Per essere scrittori, è ovvio, bisogna leggere sempre, studiare e applicare quotidianamente la propria creatività. Oggi non è così difficile pubblicare il proprio libro. Non esistono, infatti, solo le grandi case editrici; le nuove tecnologie digitali hanno permesso di svecchiare il mercato dei libri: l’autopubblicazione è una strada oggi praticata da molti aspiranti scrittori.
Il libraio è probabilmente un mestiere che molti lettori assidui vorrebbero svolgere. Ci si può immergere ogni giorno nel mondo dei libri, sfogliarli, leggerli, consigliarli, scambiare opinioni e riflessioni con i clienti e altri appassionati. Si può lavorare nella libreria di una grande catena, quindi essere dei semplici gestori, oppure si può decidere di aprire una propria piccola libreria indipendente. Di sicuro la sfida sarà grandissima e, se arriveranno, le soddisfazioni possono essere enormi, tuttavia la strada non è facile, visti i recenti cambiamenti del mercato editoriale. Infatti, accanto al classico libraio “fisico”, c’è anche quello digitale: si può decidere di lavorare per un’azienda che gestisce la compravendita di libri on-line, come Ibs o Amazon.
L’editore è una figura dirigenziale che, comunque, non può prescindere dallo stretto contatto con i libri. L’editore è il primo a leggerli, colui che deve possedere conoscenze e lucidità tali da riuscire a capire se il libro in questione sia degno o meno della pubblicazione. Inoltre, l’editore non solo è a contatto con i libri inediti, ma anche con quelli editi, frutto delle case editrici concorrenti: un sano confronto aiuta a delineare sempre meglio la propria linea editoriale.
Tra lo scrittore e l’editore, talvolta, si inserisce la figura dell’agente letterario. L’agente letterario ha il compito di sostenere lo scrittore di fronte all’editore: negozia e gestisce al posto dell’autore tutta la parte economica e amministrativa legata al mercato del libro. Ma non solo: molto spesso l’agente letterario fa scouting, vale a dire che si getta nella ricerca di nuovi talenti o nell’apertura di nuove strade per gli scrittori, ad esempio quelle del mercato internazionale.
Fonte: SavvySugar
Articolo originale pubblicato il 7 marzo 2012
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