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Matrimonio: come sopravvivere ai preparativi del giorno più felice della propria storia d'amore. Ecco i consigli di tre psicoterapeuti.
Nell’immaginario comune, e in così tante commedie romantiche, il matrimonio è il coronamento della perfetta storia d’amore, il momento più intenso nella propria vita di coppia, e insomma il primo passo verso il “e vissero felici e contenti”. Peccato che sia in realtà una battaglia all’ultimo grido su quanti devono essere gli invitati, quale ora, data, luogo e soprattutto quanti soldi bisogna spendere per un vestito. Battaglia che ovviamente non coinvolge solo sé e il proprio uomo, ma i genitori di entrambi.
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Organizzare il proprio matrimonio può diventare un’insidia non da poco. Meglio abbandonare da subito le illusioni di un’atmosfera da favola fino al giorno fatidico per armarsi di taccuino e pazienza e affrontare la realtà che si tratta soprattutto di negoziare con genitori, fratelli, sorelle, moltiplicati per due. Sposarsi non è semplicemente unirsi al proprio compagno, ma unire due famiglie: somiglia più al processo tellurico delle placche tettoniche, con conseguente ammontare di stress.
Ma prima di mandare tutto a monte e andare a sposarsi in gran segreto, ecco i tre consigli dagli psicoterapeuti. Il primo è proprio quello di considerare questo passaggio come una palestra per le difficoltà che inevitabilmente nasceranno una volta diventati marito e moglie. Scontrarsi sul numero degli invitati, la spesa per il vestito, per il pranzo, i fiori, la scelta del luogo e del giorno, sono tutte occasioni per fare i conti con il proprio lui e le capacità di risolvere problemi e affrontare le inevitabili ingerenze delle rispettive famiglie. Un allenamento perfetto per il futuro.
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Imparare a superare le proprie differenze è il grande insegnamento che si ricaverà da tutte le liti che si susseguiranno per arrivare al matrimonio. Bisogna imparare soprattutto a capire che non è necessario avere sempre la stessa opinione su qualsiasi cosa, l’importante è invece rispettare la posizione dell’altro e riuscire ad arrivare a un compromesso.
Ultimo consiglio, non di importanza minore, è prendersi delle pause, almeno una volta a settimana, dove sia vietato nominare la parola matrimonio: tornare a dedicare del tempo alla propria coppia, fare quello che si è sempre amato fare, uscire con amici, e non toccare l’argomento vestito e altare. Organizzare il fatidico giorno può essere un processo lungo, e bisogna arrivarci possibilmente ricordandosi in primo luogo perché si vuole farlo.
Fonte: YourTango
Articolo originale pubblicato il 21 gennaio 2013
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