
Venezia 76: Seberg, recensione del film con Kristen Stewart
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Leone d'Oro per "Faust" di Alexander Sokurov e Coppa Volpi a Deanie Yip e Michael Fassbender. Vince anche "Terraferma" di Crialese mentre va a Bellocchio il premio alla carriera. Delusione per "Carnage" e "Killer Joe".
Si è conclusa ieri sera la 68ª Mostra del cinema di Venezia con la vittoria di “Faust“, il film del regista russo Alexander Sokurov che si è aggiudicato il Leone d’Oro assegnatogli dalla giuria unanime presieduta dal regista e sceneggiatore statunitense Darren Aronofsky. Applausi anche per i due Leoni d’Argento, il primo per “Terraferma” di Emanuele Crialese, vincitore del Gran Premio della Giuria, e il secondo per il cinese Shangjun Cai, che si è guadagnato il Premio speciale per la regia grazie con il film “Ren Shan Ren Hai” (People Mountain People Sea).
Delusione per {#Kate Winslet}, tra le favorite alla vigilia del Festival, che ha visto sfumare la Coppa Volpi andata alla cinese Deanie Yip, protagonista di “Tao Jie” (A Simple Life) mentre miglior attore è stato giudicato Michael Fassbender, il quale è riuscito a portarsi a casa la Coppa Volpi per la miglior interpretazione maschile con la sua provocatoria e scabrosa interpretazione in “Shame” di Steve McQueen.
Niente da fare per “Killer Joe” di William Friedkin e l’attesissimo “{#Carnage}” di Roman Polanski che, oltre a essere entrambi adattamenti cinematografici di opere teatri, sono rimasti a mani vuote nonostante la partenza da grandi favoriti. Stessa sorte per “Le idi di Marzo” di George Clooney, snobbato dalla giuria si è dovuto accontentare degli applausi di critica e pubblico.
Tra i premi minori assegnati al Festival, l’Osella per la miglior scenografia se la sono aggiudicata Yorgos Lanthimos ed Efthimis Filippou per “Alpis” (Alps) dello stesso Lanthimos mentre quella per la fotografia è andata a Robbie Ryan per “Wuthering Heights” l’adattamento cinematografico di Andrea Arnolds del romanzo di Emily Brontë.
Leone d’Oro alla carriera per Marco Bellocchio che ha così commentato il premio:
“Sono un ribelle che ha rinunciato alla violenza, un rivoluzionario moderato che rivendica la possibilità di cambiare, cosa che per una certa cultura equivale ad una provocazione, ciò che non è cambiato è lo stare dalla parte di qualunque debole e soprattutto di chi non predica la rassegnazione. Per questo continuo a credere che la cosa più preziosa per un artista sia la libertà d’immaginazione. Questo premio non è una riconciliazione istituzionale, a me non piacciono potere e istituzioni ed è giusto che mi ripaghino della stessa moneta, né un risarcimento, ma lo considero il riconoscimento di una coerenza di fondo e di una libertà che va sempre riconquistata.”
Fonte: Ansa
Articolo originale pubblicato il 11 settembre 2011
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