La Pasta alla carrettiera è un piatto che affonda le sue radici nella Sicilia orientale degli anni ’20 dove imperava la figura professionale del carrettiere il cui compito era quello di trasportare pani di zolfo raffinato dalla miniera alla ferrovia.
Questi uomini solitamente partivano nel tardo pomeriggio e non avendo così tanto denaro da spendere in qualche osteria, si portavano dietro il necessario per prepararsi la cena durante le loro soste nel viaggio.
Nello specifico, serviva veramente poco: spaghetti, un pentolino, dell’aglio secco, sale, del pane secco, una grattuggia, del prezzemolo e una scodella.
La ricetta originale è quindi composta da questi semplici ingredienti che venivano amalgamati rigorosamente a crudo.
Mentre un fuoco era stato improvvisato sul momento e l’acqua veniva messa a bollire, il prezzemolo si tritava finemente e ci si aggiungeva l’aglio crudo e il pane secco grattuggiati, un po’ di sale e un goccio d’olio.
Una volta che la pasta era cotta la si aggiungeva agli altri ingredienti e con un po’ d’acqua di cottura veniva fatto amalgamare il tutto.
Nonostante la povertà di questo piatto, la pasta alla carrettiera divenne famosa per il suo gusto delicato, ma sorprendente.
Negli anni a venire, come spesso succede, questo tipo di preparazione è stata contaminata con l’aggiunta di altri componenti quali il pecorino al posto del pane o anche di pomodori pelati.
Non solo, questo piatto è stato ripreso anche dai romani che lo hanno reso un primo piatto molto più elaborato.
Difatti gli spaghetti alla Carrettiera romani prevedono l’aggiunta di funghi, del tonno e della pancetta.
Una vera bomba di sapore dai ricchi toni tipici della capitale!
Io, a scanso di equivoci, ho provato sia la ricetta siciliana che quella romana e nonostante la prima sia veramente eccezionale (da provare!), scelgo di proporvi passo per passo la ricetta più elaborata che risulta essere un po’ più difficile da preparare.
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