Sesso hard: nei manga arriva la censura

Niente sesso sui manga: Tokyo censura i sexy comics e tutti quei manga che contengono scene di sesso troppo esplicite, incesti o immagini di violenze sessuali. A stabilire il nuovo regolamento è stata l’autorità della metropoli e, come si poteva immaginare, non sono mancate le proteste.

L’ordinanza comunale sui manga, che entrerà in vigore il prossimo luglio, vieterà:

La vendita e la distribuzione di pubblicazioni considerate nocive e di materiali che stimolano la sessualità, incoraggiano la crudeltà e/o potrebbero portare al suicidio o comportamenti criminali, alle persone con meno di 18 anni di età […] Prevede una multa di 300 mila yen (circa 2.700 euro) per chi infrange la legge.

In Giappone esiste una vera e propria cultura del fumetto che viene considerato un mezzo artistico ed espressivo non meno degno della letteratura, del cinema o di altri mass media. Se in occidente l’opinione comune considera i fumetti un prodotto rivolto soprattutto a un pubblico di giovani, non è così in Giappone.

Qui i manga si distinguono in base al target a cui si rivolgono. Ci sono i “Sh?jo“, manga per ragazze, che raccontano di storie d’amore e di problemi adolescenziali. I “Josei”, invece, trattano di relazioni amorose tra adulti con uno stile più realistico. I “Sh?nen’ai” e i “Sh?jo” raccontano storie omosessuali maschili e femminili. Come si può notare, il mercato è grande e la scelta del nuovo regolamento serve per arginare un fenomeno che sta sfuggendo di mano.

Sul versante opposto, l’industria dei manga considera il regolamento una vera e propria violazione della libertà di parola e una limitazione della loro creatività. Tuttavia l’autorità di Tokyo ha garantito che la norma

Verrà applicata attentamente, prendendo comunque in considerazione tutte quelle forme di espressione sociali e artistiche.

Alcune delle case editrici più famose hanno fatto sentire il loro dissenso annunciando di non partecipare al prossimo Tokyo International Anime Fair, uno degli appuntamenti più importanti del settore.

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