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Avete presente i cosiddetti “rapporti di buon vicinato“? Quelli che avete con gli altri inquilini del palazzo o con gli altri residenti del vostro stesso quartiere? Diciamoci la verità, andare d’accordo con tutti è quasi un’utopia: spesso si litiga un po’ per tutto, dal posto auto alla parabolica sul balcone, dal cagnolino che abbaia o fa i bisogni dove non dovrebbe, e l’elenco potrebbe continuare a lungo.
Lo sa bene Caroline Cartwright, residente a Washinghton, che dopo tre segnalazioni alla polizia da parte dei suoi dirimpettai è stata arrestata. Il motivo? Pare che le sue urla durante i rapporti sessuali con il marito fossero tanto forti da molestare pesantemente i residenti negli appartamenti e nelle villette circostanti.
Questi ultimi si sono rivolti alle forze dell’ordine dichiarandosi esasperati dall’inquinamento acustico prodotto dalla coppia. Sì, lo so cosa state pensando: questa donna deve avere un marito davvero bravo a letto, anzi di più, un vero fenomeno.
Secondo un tecnico intervenuto nella bizzarra vicenda, le grida emesse dalla donna nel corso dell’amplesso avevano una potenza acustica tra i 30 e i 40 decibel, con punte di 47. Tanto per capirci, una normale conversazione tra due persone si aggira attorno ai 50 decibel.
Ma, evidentemente, non è solo una questione di misurazione dell’intensità dei suoni, se la giovane e godereccia mogliettina è stata comunque condannata dal tribunale, che le ha intimato di
cessare dal produrre eccessivi rumori, colpi, grida, urla e vocalizzazioni che possano essere uditi nel vicinato e all’esterno della casa
Pensate che la storia si concluda così? Vi sbagliate: Caroline infatti ha promesso di avviare una vera e propria battaglia legale: la costrizione al silenzio sarebbe, addirittura, una violazione dei suoi diritti umani.
La difesa si fonderebbe sul fatto che la donna, in quei momenti, non avrebbe alcun controllo di sé (ma perché, voi ce l’avete?), al punto tale da aver già chiesto aiuto ad un consulente di medicina psicosessuale.
Premesso che sospetto che tutte noi (chi più, chi meno, ma del resto se non fosse così vi immaginate la tristezza?) emettiamo qualche urletto, qualche sospiro, insomma qualche suono durante l’amplesso, mi chiedo: se le urla erano davvero così acute, il marito come ha fatto a non diventare sordo?
Va bene, seriamente: non so voi, ma io vicini tanto rumorosi non ne ho mai avuti. Però mi chiedo se a Caroline non convenga di più, invece di pagare l’onorario dell’avvocato, investire quei soldi per insonorizzare le pareti di casa, senza scomodare i diritti umani.
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