• Moda
  • Bellezza
  • News
  • Fitness
  • Cucina
  • Casa
  • Amore
  • Spettacolo
  • Tempo Libero
DireDonna logo
Search Facebook
  • Prodotti Beauty
  • Dieta Dimagrante
  • Moda Primavera Estate
  • Conquistare un uomo
  • Moda Autunno Inverno
  • Frasi e Aforismi
  • Cura del corpo
Sito personale

Lisa Dalla Via

Donne giovani in cerca di uomini maturi: il social perfetto per il Paese dei papi

“SugarDaddy: l’incontro tra classe, successo e ambizione. Incontri per giovani donne ambiziose & uomini maturi di successo”. Ho riletto più volte questo incipit di uno spassoso portale di dating in cui mi sono imbattuta durante una delle mie scorribande notturne: Sugardaddy.it. Inizialmente ho pensato che si trattasse di un sito fake. Magari qualche smanettone con uno spiccato senso dell’umorismo e una strana tendenza verso la  critica sociale non esente da venature moralistiche e pericolosamente filo-comuniste, aveva messo in piedi questa creatura per stigmatizzare un costume piuttosto diffuso dei nostri tempi. Questo pensiero ha attraversato velocemente la mia mente, e altrettanto velocemente si è schiantato contro l’immagine della gnoccolona scosciata su sfondo di grattacieli Dubai-style con motoscafo extra super lusso che campeggia in cima alla pagina. Nessun sottotesto né venatura ironica: è tutto vero. Non è un sito fake, ma il parto di una mente geniale. Funziona come un “normale” sito di dating, solo che restringe notevolmente il campo della ricerca dell’anima gemella: è nato per far accoppiare giovani pulzelle ambiziose stufe dei ragazzi superficiali e mammoni con uomini maturi e galanti che le tratteranno finalmente come delle principesse. Ricoprendole di costosi regali, ovviamente. Il sito è curato nei minimi dettagli: dalle foto patinate di fanciulle in fiore truccatissime, avvolte in abiti da sogno e superbamente ingioiellate in compagnia di arzilli nonnetti dall’aria gaudente, ai “diamanti” a corredo del titolo, alle spiegazione socio-cultural-antropologiche del perché e del per come si sia resa necessaria la creazione di un tal sito, alle linee guida dettagliatissime che prevedono l’espulsione dal sito nel caso in cui si paventi la possibilità di “amore mercenario”. Ha una sua funzione sociale, in fondo. E dei modelli di riferimento importanti, come il nostro Flavio Briatore, lo “sugar-daddy” per eccellenza che, legandosi in matrimonio alla giovane show girl Elisabetta Gregoraci, le ha permesso di creare una splendida famiglia. Ah, l’amour. Quando arriva non c’è differenza di età, cultura, religione, estrazione sociale che tenga. Ma al di là delle becere dietrologie in cui potrebbero scivolare certi personaggi malpensanti come la sottoscritta, va riconosciuto ad Alex Fantini, il fondatore di questa particolare “community”, il merito di saper leggere con spietata lucidità le “mode relazionali” e farne macchine da soldi. Il signore in questione è infatti pure il creatore di altri 2 curiosi siti di dating: "IncontriExtraconiugali”, sito che agevola incontri di cornificatori seriali e felici, e di “CougarItalia”, dove donne mature possono incontrare aitanti toy boy. Ce n’è un po’ per tutti i gusti e, per agevolare al massimo la ricerca, sono divisi in categorie. Un po’ come su YouPorn, dove se sei appassionato di accoppiamenti tra generazioni diverse puoi spulciare nella categoria Yung/old, mentre agli appassionati della nave scuola in fibrillazione ormonale la categoria “milf” pare dia grandi soddisfazioni. È inutile storcere il naso, se c’è offerta vuol dire che c’è richiesta, e il nostro Alex lo sa benissimo. Tornando al sito da cui è partito il mio viaggio virtuale nel mondo dei cuori solitari, ma con le idee fin troppo chiare, sappiate che il servizio è gratuito per donne che vogliono contattare uomini, ma a pagamento per donne che vogliono contattare donne. Gli uomini pagano in ogni caso, a prescindere dal loro orientamento sessuale. Ma tanto loro sono maturi e abbienti, cosa volete che siano un po’ di spiccioli in cambio dell’amore eterno? Si sa, “l’Italia è il Paese dei papi”. photo credit: bluewinx15(BACK) via photopin cc

Amore sui Social Network: Facebook bifronte ovvero cuori e corna 2.0

Pare che riempire la propria pagina Facebook di foto che ci ritraggono romanticamente abbracciati al nostro partner contribuisca a rinsaldare il legame. Almeno stando ai risultati di una ricerca del dipartimento di comunicazione della Western Illinois University. Lo studio è stato condotto su un campione di 276 persone, e sembra che quelle che “taggano a manetta” il/la fidanzato/a in decine di foto abbiano un rapporto più saldo e maturo. La notizia mi ha provocato qualche perplessità, ma in effetti ho pochi dati empirici sulla base dei quali confutare questa tesi. Certo, se fossi una persona migliore avrei, scartabellando nella vita “privata” dei  miei amici di Facebook, il materiale umano per fare una bella statistica coi fiocchi, battendo numericamente (e di molto) l’Illinois. Essendo invece una brutta persona, sguazzante in un grazioso cinismo autocompiaciuto, che conserva gelosamente il proprio romanticismo per una cerchia molto ristretta di persone, ho cancellato dagli aggiornamenti della mia bacheca tutte le coppie “salde” o presunte tali, almeno secondo i parametri della ricerca in questione, rendendo impossibile un monitoraggio del loro andamento di coppia in relazione al numero di tag reciproci. Ho cancellato cioè, ghignando maleficamente, tutti e tutte coloro che mi hanno impestato la bacheca di gattini, orsetti, cuoricini, peluche, moccianate varie e dichiarazioni d’amore da far tremare, per originalità, le frasi dei baci Perugina. E lo rivendico. I motivi per cui ho fatto questa selezione sono molteplici. Il primo è che mi annoiano. Il secondo è che mi annoiano spesso in un italiano pedestre. Il terzo è che, a naso, la vedo nella maniera esattamente contraria ai ricercatori dell’ Illinois. Non c’è nulla di male nel pubblicare foto che ci ritraggono felici con la persona che amiamo, ma che necessità c’è di triturare il sistema nervoso dei nostri amici di Facebook con dichiarazioni d’amore roboanti, fotostorie di giornate passate al centro commerciale, citazioni di Fabio Volo che cita male gente che scrive peggio? Non riesco a non guardare con sospetto queste dichiarazioni di amore eterno “social”, come se l’amore in questione acquisisse più significato se condiviso, twittato o instagrammato, come se i “condivisori” estremi avessero bisogno di un pubblico per rendere “reale” il loro amore. Che bisogno c’è di scrivere sulla bacheca del fidanzato “ho trovato la cucina che fa per noi, cucciolino mio quanto saremo felici nella nostra nuova casetta”? Non esistono anche i messaggi privati per questo genere di comunicazioni? Non è che tu, donna o uomo che attenta al mio equilibrio glicemico, hai bisogno di rendere pubblica qualsiasi cosa riguardi la tua relazione, compreso il punto nero del partner che sei riuscito a sconfiggere perché, in fondo, così diventa reale anche per te? O forse questa dichiarazione d’amore pubblica ha la stessa funzione, nella società 2.0, placa-sensi-di-colpa conseguenti a un tradimento, funzione assolta un tempo da enormi mazzi di rose rosse o cenette a sorpresa a lume di candela? Vorrei passare, ai ricercatori dell’Illinois, i miei dati sugli ultras del romanticismo via social, dati raccolti prima della “grande pulizia”. Credo che rimarrebbero un po’ interdetti nel constatare che molte di quelle coppie grondanti miele sono scoppiate grazie ai social che avrebbero dovuto rinsaldare il legame. Eh già, Facebook bifronte, luogo ove nascono amori, diventa anche il luogo ove nascono corni. E pure parecchi. photo credit: TheAlieness GiselaGiardino²³ via photopin cc

Fast Food YouPorn: la sostenibile leggerezza dei momenti solitari

Qualche giorno fa è uscita la notizia che Milano è in testa a una classifica piuttosto interessante: è risultata essere la capitale mondiale per visualizzazioni del noto sito "ludico" Youporn, mentre Roma si situa "solo" al secondo posto. La cosa non mi ha stupito più di tanto, per svariati motivi. Il primo di natura sociologica: Milano è una città veloce che fagocita persone e rapporti interpersonali, quindi cosa potrebbe esserci di meglio, per il sollazzo intimo, di un fast food del sesso? La seconda ragione è più di natura empirica: dalle mie avventure sentimental-sessuali e da quelle delle fanciulle con cui mi sono confrontata, è emerso un dato allarmante: il mondo è pieno di emuli degli attori porno, emuli che pensano che il massimo del godimento sia "martellare" la propria partner, accompagnando la propria prestazione ginnica (perché talvolta di questo si tratta, e non di altro) con grugniti e frasi altamente evocative del genere “Yes, baby yes”. Ne sortisce un effetto gradevole. Non durante il rapporto in sé, che risulta anche piuttosto noioso se non addirittura “irritante” da svariati punti di vista, ma sicuramente durante i confronti tra femmine le quali, si sa, quando parlano tra loro di argomenti piccanti, possono essere arpie senza cuore pronte a farsi beffa dei loro malcapitati amanti. Non voglio per questo demonizzare il porno, anzi. Va solo riposizionato. Youporn e affini non possono essere considerati “maestri di vita”, ma solo giocattoli utili, sebbene non indispensabili, ai momenti di piacevolezza solitaria. Momenti solitari che io difendo a spada tratta e sostengo essere assolutamente indispensabili non solo al piacere del singolo, ma anche a quello di coppia. Se non si ha infatti un rapporto gioioso con il proprio corpo, e le variopinte modalità del darsi piacere, non si potrà mai godere appieno l’incontro con l’altro. Manca un’adeguata educazione sessuale in Italia, paese schizofrenico ossessionato e terrorizzato dal sesso. Vizi privati e pubbliche virtù. Siamo campioni mondiali di onanismo, ma che non se ne parli, per carità. Siamo moralisti.

Le troie della mia "SQUOLA"

Pareva all'inizio  dato il suo funzionamento non proprio intuitivo, che Twitter fosse in un certo senso destinato a fare la parte del social network un po’ più “intellettuale”, quello che si usava per far girare le notizie più interessanti che magari venivano lasciate in secondo piano dai media ufficiali. Insomma, se Facebook aveva la funzione di far collezionare alle foto di ragazzette in pose lascive con la boccuccia a culo di gallina più like possibili, Twitter pareva destinato a premiare gli hashtag e i tweet più interessanti. Pia illusione.A meno che non si voglia ritenere interessante quello che negli ultimi giorni è diventato il trend topic più chiacchierato della rete, quel #letroiedellamiascuola che ha radunato intorno a sé fans e detrattori impegnati in una battaglia all'ultimo tweet. Per la verità questo hashtag possiede una sua specificità che lo rende più che interessante: intorno a lui si è creato un affresco virtuale che disegna in modo tristemente realistico quella che è la realtà delle cose. Perché lo squallore che viene dipinto dai tweet esiste. Esistono queste lolite che scimmiottano una sessualità che non apparterrebbe alla loro età, esistono le ragazzette insicure e anche un tantinello invidiose che lanciano i loro strali moralistici verso quei comportamenti che forse vorrebbero essere capaci di mettere in atto, esistono i ragazzetti che imparano le pose dai rapper e il sesso dai porno e si vantano di aver avuto rapporti con quelle “troiedellascuola” che poi insultano, esiste questa misoginia strisciante che si rivela prepotentemente anche, e soprattutto, dai tweet delle ragazze. Esiste tutto, nelle scuole, nei luoghi di ritrovo, nelle discoteche. Solo che su twitter esiste di più perché c’è un bello schermo che ci tutela dalla carnalità dei rapporti reali. Ma sono sicuri tutti quei signori perbene scandalizzati davanti alla degenerazione dei costumi, tutti quelli che scagliano le pietre, di poterlo fare serenamente, con la coscienza perfettamente pulita? Sono poche le differenze tra la società dei “ggiovani” che hanno fatto di questo insulso hashtag  un trend topic e la società degli “adulti”. Perché, se lor signori non se ne sono accorti, questi ragazzi scimmiottano proprio loro. In modo più maleducato e politicamente scorretto, certo, ma siamo sicuri che come esistono “letroiedellamiascuola” non esistano anche “letroiedelmioufficio”? Leggete anche: Quando un’imbranata digitale sposa Twitter. Visitate anche il sito ufficiale di Lisa!

  • Pubblicità
  • Redazione e Contatti
  • Note legali e Copyright
  • Informativa sul trattamento dei dati personali DireDonna
  • Cookie policy
DireDonna logo
© Riproduzione riservata 1997-2025 Editore Media Data Factory S.R.L., P.IVA 09595010969 Sede legale Viale Sarca 336, 20126 Milano
DMCA.com Protection Status Aggiorna consenso
Errore: qualcosa è andato storto
Accedi
Accedi con Facebook
Accedi con Google
oppure
Hai dimenticato la password?
Loggato come
Acconsento al trattamento dei dati per attività di marketing.
Acconsento al trattamento dei dati ai fini della comunicazione a terzi per loro attività di marketing.
Continua
Non sei tu?
Non hai un account? Registrati
Hai già un account? Accedi