L'eroina Tutta Patata è stata mostrata in una scuola di Roma: è polemica

All'istituto Bruno De Finetti a Fonte Laurentina una supplente di italiano avrebbe fatto vedere agli studenti di prima media un video del personaggio interpretato da Carla Signoris ai tempi dei Broncoviz. Alle famiglie dei ragazzi non è piaciuto per niente e segnalano anche altri episodi.

È bufera all’istituto Bruno De Finetti di Fonte Laurentina, frazione di Roma, dove una supplente di italiano avrebbe mostrato ai suoi studenti di prima media un video di Tutta Patata, ironica super eroina interpretata da Carla Signoris ai tempi del gruppo comico Broncoviz.

Come tutti i super eroi, anche Tutta Patata ha i suoi, niente invisibilità o super forza, lei sconfiggeva il male alzandosi la gonna e lanciando onde energetiche dalle parti intime. La visione del video sarebbe avvenuta a dicembre e a riportare la notizia ora è Il Messaggero, che racconta anche le reazioni contrariate dei genitori: “A 11 anni non voglio che mia figlia cresca pensando che con il potere della patata si possa fare tutto”, ha spiegato una mamma.

A tutto questo poi, si è aggiunto un altro episodio: la stessa supplente, racconta sempre Il Messaggero, avrebbe poi proposto ai giovani la lettura di un sonetto di Giuseppe Gioacchino Belli, Er padre de li santi, con cui l’artista elenca tutti i nomi con cui si può chiamare l’organo genitale maschile. Pare che l’insegnante avrebbe anche detto: “Se fate i bravi leggo la poesia sulla femmina”.

I genitori già sul piede di guerra, sono andati si sono indispettiti anche di più dopo aver saputo della richiesta della docente: “Non dite niente ai vostri genitori”. La visione di Tutta Patata pare abbia scatenato negli studenti delle reazioni che non sono piaciute affatto alle famiglie: la sigla del programma tv è diventata un tormentone e molti sono stati i comportamenti con riferimenti sessuali più o meno espliciti dove i maschi chiedevano alle compagne di alzarsi la gonna per vedere il loro superpotere.

Su Repubblica, si legge la risposta che ha dato la scuola una volta contattata. L’istituto, tramite l’amministrazione, ha fatto sapere che sono in corso delle verifiche per accertare la situazione e capire come sono andate davvero le cose: “Siamo funzionari pubblici, qui si parla di minori, di certo non ce ne stiamo con le mani in mano, non posso dire altro”.

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