Eurovision: nonostante la guerra la Russia ci sarà, ma per molti non è corretto

La richiesta di esclusione era stata avanzata dall’emittente televisiva statale ucraina Suspilne, ma l'EBU ha confermato la partecipazione alla manifestazione. Forti reazioni dei Paesi in gara all’evento, che uno ad uno stanno chiedendo che lo Stato non venga ammesso: dalla Svezia, alla Lettonia, dalla band Citi Zēni, fino alle tv lituane, finlandesi e danesi.

Nonostante la Russia abbia invaso l’Ucraina e la guerra sia iniziata con bombardamenti in tutto il Paese, lo Stato al timone di Vladimir Putin potrà partecipare all’Eurovision Song Contest.

La richiesta di esclusione era stata avanzata dall’emittente televisiva statale ucraina Suspilne, supportata dall’hashtag #EurovisionWithoutRussia, e aveva trovato l’appoggio di diversi media, compatti nel chiedere all’European Broadcasting Union (EBU) di prendere seri provvedimenti nei confronti della Russia.

Secondo i richiedenti, l’esclusione sarebbe giustificata da una violazione del regolamento della manifestazione che in un paragrafo recita: “Le emittenti partecipanti debbano rispettare in ogni momento i valori EBU e ESC, ovvero Universalità, Indipendenza, Eccellenza, Diversità, Responsabilità, Innovazione, Uguaglianza e Inclusività, e si impegnano affinché nessun concorrente, delegazione o paese sia discriminato e/o ridicolizzato in alcun modo”.

Tuttavia, nonostante la pressione delle emittenti europee, che minacciano di non partecipare allo show con i loro artisti, l’EBU, con una nota inviata a Göteborgs-Posten, ha riferito di voler lasciare la politica al di fuori della manifestazione, e in un comunicato ufficiale spiega:

“L’Eurovision Song Contest è un evento non politico che unisce le nazioni e celebra le differenze attraverso la musica. I membri EBU in Russia e Ucraina si sono impegnati a partecipare nell’evento di quest’anno a Torino e intendiamo dare il benvenuto agli artisti di entrambi i Paesi e farli partecipare a maggio. Ovviamente continueremo a monitorare la situazione con attenzione”.

Una risposta che nelle ultime ore sta generando forti reazioni tra tutti gli Stati partecipanti all’evento, che uno ad uno si stanno unendo alla richiesta avanzata dall’emittente ucraina. Dalla televisione svedese, ai rappresentanti della Lettonia, i Citi Zēni, che si sono rivolti direttamente all’EBU per chiedere di riconsiderare la partecipazione della Russia.

E ancora, la Finlandia che con la sua tv Yle ha fatto sapere che si ritirerà dal concorso se la Russia sarà autorizzata a partecipare. La band Circus Mircus, in gara per la Georgia, la Norvegia, come riporta la NRK e anche la Lituania.

Infine, ma crediamo che la lista è destinata a salire, anche l’emittente danese DR, come si legge su Berlingske, ha fatto eco al sentimento di condanna contro la Russia. Gustav Lützhøft, il caporedattore del sito ufficiale dell’Eurovision dell’emittente, ha comunicato la posizione dell’azienda:

“Prima di tutto, vorrei dire che è una situazione grave ed estremamente spiacevole che si sta verificando in questo momento in Ucraina. Riteniamo sbagliato che la Russia partecipi all’Eurovision, come è ora la situazione. Questa è la nostra e lo abbiamo comunicato all’EBU”.

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