Bridgerton 2 è finalmente su Netflix: tutto quello che c'è da sapere sulla serie

Il period drama firmato da Shonda Rhimes è ufficialmente tornato con la seconda (attesissima) stagione. Tra nuovi protagonisti e vecchie conoscenze, ecco tutti i dettagli sui nuovi episodi.

Finalmente ci siamo: il 25 marzo Netflix ha ufficialmente lanciato la seconda e attesissima stagione di Bridgerton, il period drama ambientato nell’Inghilterra del primo Ottocento. E, visto l’enorme successo del primo capitolo, non stupisce che i fan non stessero più nella pelle, fin da quando la sua creatrice Shonda Rhimes aveva annunciato il ritorno sullo schermo della famiglia Bridgerton.

Nonostante la delusione iniziale per l’assenza del Duca di Hastings (alias Regé-Jean Page), il pubblico sembra essere entusiasta del nuovo protagonista: se, infatti, la prima stagione era dedicata a Daphne Bridgerton (Phoebe Dynevor), questa volta ad essere al centro dell’attenzione è il fratello, il Visconte Anthony (Jonathan Bailey). Il figlio maggiore, che si è sempre fatto carico di tutta la sua famiglia dopo la prematura morte del padre; ora per lui è giunto il momento di sposarsi: il suo obiettivo è trovare la donna perfetta.

Nessuna delle sue pretendenti, però, sembra essere quella giusta. almeno fino a quando Anthony incontra la bellissima Kate Sharma (Simone Ashley, che abbiamo già visto su Netflix in Sex education), arrivata in Inghilterra dall’India in compagnia della sorella Edwina. Quella tra il maggiore dei Bridgerton e la sua amata è, però, una storia d’amore diversa da quella che ha conquistato milioni di spettatori nella prima stagione: molto meno sesso, un amore più travagliato, una lunga attesa, la lotta tra la ragione e il cuore.

Intervistata da Vanity Fair, la creatrice Shonda Rhimes ha raccontato che a conquistarla, nei libri di Julia Quinn da cui la serie è tratta, è proprio il fatto che ognuno si concentri su un diverso personaggio (a differenza, per esempio, di Grey’s Anatomy, uno dei suoi più grandi successi):

“I libri di Julia Quinn da cui è tratta la serie sono otto – una per ciascun fratello Bridgerton – e nella mia testa ci sono sempre state otto stagioni, ciascuna basata su una coppia diversa, su un fratello diverso. In questo modo c’è la possibilità di raccontare una storia chiusa dall’inizio alla fine senza dover creare una sorta di finta posta in gioco drammatica sul perché una coppia non può stare insieme. Per me è un modo di lavorare diverso e eccitante. Nella mia carriera ho raccontato storie in modi diversi, ma sono felice di fare con Bridgerton una cosa diversa, invece di dovermi inventare per dieci altre stagioni di tormento tra Daphne e il duca di Hastings”.

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