Doctor Strange 2: l'Arabia Saudita chiede di rimuovere i riferimenti LGBTQ+

Il consiglio della censura del Paese, ha chiesto alla Disney di tagliare alcune parti della pellicola, nello specifico quelle dove la nuova eroina Marvel, America Chavez, si riferisce alle sue due mamme: una scena che in totale dura circa 12 secondi.

Tira ancora aria di censura in campo cinematografico e questa volta per il secondo capitolo della Marvel sul miglior neurochirurgo del mondo, Doctor Strange nel Multiverso della Follia, in uscita nelle sale il 4 maggio 2022. A voler cambiare alcune scene della pellicola sarebbe l’Arabia Saudita, infastidita dai ‘riferimenti LGBTQ+’ presenti.

Il consiglio della censura del Paese, ha infatti chiesto alla Disney di rimuovere alcune parti del lungometraggio, anche se inizialmente era trapelata una notizia, riportata anche dall’Hollywood Report, in cui si era parlato di blocco del film. Secondo il Guardian, l’Arabia Saudita avrebbe invece precisato di non aver bandito Doctor Strange nel Multiverso della Follia ma di aver fatto una richiesta di tagli.

Finora casa Disney pare si sia rifiutata di acconsentire alle richieste di modificare la sequenza al centro dell’attenzione, ossia quella in cui la nuova arrivata nel Marvel Cinematic Universe, America Chavez, si riferisce alle sue due mamme: una scena che in totale dura circa 12 secondi.

Nawaf Alsabhan, supervisore generale della classificazione cinematografica in Arabia Saudita, ha dichiarato che la scena ‘è molto difficile da approvare’ in Medio Oriente e per adesso il film non è stato ancora dichiarato fuori legge, ma che continueranno a cercare di convincere Disney ad apportare le modifiche.

Intanto, però, le prevendite dei biglietti di Doctor Strange 2 sono state interrotte anche in Kuwait e Qatar, mentre sono disponibili negli Emirati Arabi Uniti. Non è la prima volta che un titolo Marvel viene sottoposto a censura: Eternals fu bandito perché Marvel si rifiutò di tagliare le scene tra Phastos (Brian Tyree Henry), suo marito e suo figlio, e Arabia Saudita, Kuwait e Qatar non proiettarono la pellicola.

È molto probabile che la situazione quindi potrebbe ripetersi, anche perché la Disney ha comunicato di recente che entro pochi anni il 50% dei suoi personaggi televisivi e cinematografici dovrà appartenere a gruppi sottorappresentati come la comunità LGBTQ+ e le persone di colore.

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