Eurovision 2022, l'Ucraina si esibisce a Torino solo se la guerra sarà finita

La band Kalush Orchestra ha deciso di non salire sul palco, a meno che la Russia non ponga definitamente fine all'invasione. Altrimenti, la performance sarà virtuale.

La guerra tra Russia e Ucraina ha avuto pesanti ripercussioni anche sul mondo dello spettacolo. In particolare sull’Eurovision Song Contest, in programma a Torino dal 10 al 14 maggio 2022. Dopo l’esclusione della Russia, infatti, anche l’Ucraina rischia di non essere presente sul palco.

L’organizzazione del contest aveva confermato la presenza al PalaOlimpico della band Kalush Orchestra, rappresentante della delegazione ucraina. Ma soltanto pochi giorni dopo l’annuncio, la stessa band ha fatto marcia indietro. Come riportato da Adnkronos, infatti, i musicisti hanno dichiarato che si esibiranno dal vivo soltanto nel caso in cui, entro il 10 maggio, la guerra che sta devastando la loro patria sia definitivamente conclusa.

“Nonostante la battaglia, i Kalush Orchestra registreranno la propria performance in un luogo sicuro e la invierà agli organizzatori del contest. In caso di vittoria dell’Ucraina sugli occupanti entro maggio, si esibirà dal vivo in Italia”.

Gli artisti ucraini stanno quindi registrando il proprio brano in vista di una partecipazione soltanto virtuale all’Eurovision 2022. Anche perché, vista la drammatica situazione del Paese, potrebbe essere difficile per loro raggiungere l’Italia per potersi esibire sul palco torinese. Gli executive producer del contest hanno confermato che i Kalush Orchestra stanno bene, si trovano in un luogo sicuro e stanno preparando la loro performance vicino a Kiev, in una città di confine per il momento lontana dai bombardamenti russi.

Non è la prima difficoltà che la delegazione ucraina deve affrontare in vista dell’Eurovision. La cantante originariamente scelta per rappresentare il Paese, infatti, era Alina Pash. L’artista, però, è stata costretta a ritirarsi a causa delle polemiche che l’hanno travolta: nel 2015 aveva fatto una visita in Crimea, terra di apri conflitti tra Ucraina e Russia (ben prima dell’invasione voluta da Putin).

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