Mio marito è pornodipendente

Cosa fare in caso di pornodipendenza del proprio compagno? In molti casi, può essere utile esplicitare le proprie fantasie, così da riportare la sessualità su un piano ben reale.

Con l’esplosione delle tecnologie di comunicazione mediata, quali il computer ed Internet, la pornografia ha trovato nuovo vigore. Venendo a cadere anche l’ultimo baluardo dell’imbarazzo, ovvero il doversi recare dall’edicolante di fiducia per acquistare una rivista hard, gli uomini hanno trovato un’isola felice sul Web. Un vero e proprio red light center dove soddisfare ogni desiderio, magari inconfessabile alle compagne.

Nonostante negli ultimi tempi la percentuale di donne approcciatasi con curiosità alla pornografia sia decisamente aumentato, l’erotismo esplicito online rimane ancora un porto franco maschile. Questo perché l’eccitazione tra uomo e donna segue percorsi diversi: mentre il genere femminile è più orientato alle sensazioni, siano esse mentali o fisiche, quello maschile fa molto affidamento sulla vista. Una fruizione non sistematica e morbosa dei materiali erotici non è di certo preoccupante, ma cosa fare qualora il vostro compagno fosse stato completamente rapito dalle nudità da schermo?

Per prima cosa, bisogna saper distinguere una curiosità da una vera e propria patologia. Ogni uomo, prima o poi nella propria vita, si imbatterà nella pornografia. Un fatto quasi scontato in giovinezza, un vero e proprio rito di passaggio, che può però continuare anche in età adulta. Il porno, in genere, risponde alle fantasie più recondite maschili, rendendo ben evidenti e inequivocabili giochi erotici, pratiche o situazioni mentali che si vorrebbero sperimentare ma di cui, spesso, non si ha il coraggio di richiedere alla propria compagna. Il fatto di inseguire un sogno hard non è di per sé drammatico, ma lo diventa quando va a inficiare la vita sessuale della coppia. Se il vostro compagno saltuariamente capita su un sito a luci rosse ma gli amplessi continuano ad essere soddisfacenti e frequenti, non vi è motivo di preoccuparvi: il desiderio verso di voi è rimasto immutato e, con la pornografia, si è indagata una semplice curiosità fisica. Quando il cybersex diventa un sostituto della normale relazionalità di coppia, allora si è davanti a una vera e propria dipendenza.

Ecco, di seguito, una lista non esaustiva di segnali che potrebbero indicare la presenza di una assuefazione, ovvero una vera e propria pornodipendenza:

  • Durata: l’amato passa gran tempo davanti al computer e adduce scuse pur di rimanere incollato allo schermo.
  • Clandestinità: l’uso del PC avviene in piena solitudine, magari con la porta dello studio ben serrata, e i dispositivi elettronici si trasformano nelle succursali dell’Area 51, con password e altri sistemi per impedirne l’accesso.
  • Calo del desiderio: nella maggior parte dei casi, i sex-addicted praticano la masturbazione per molte ore filate, molto di più dei normali ritmi fisiologici per raggiungere l’orgasmo. Questa situazione genera un vero e proprio sfinimento sessuale, che si esplica con il rifiuto di avere rapporti con la compagna.
  • Spese immotivate: molti servizi erotici in Rete cercano di attirare potenziali consumatori proponendo prima materiale gratuito e, in un secondo momento, spingendo alla sottoscrizione di abbonamenti. Un uomo caduto nella rete della pornodipendenza può quindi spendere del denaro per l’acquisto di immagini e video o, non ultimo, per il pagamento di veri e propri spettacoli erotici privati dalle tante pornostar in videochat.
  • Esplicitazione e coinvolgimento: quando la pornografia diventa una vera e propria dipendenza, l’uomo può arrivare alla confessione. Inizierà ad accennare casualmente all’amata di essersi imbattuto in materiale scottante e cercherà di coinvolgerla nelle fruizione. Questo passo diventa una necessità dettata dalla voglia di uscire dallo stutus imbarazzante del consumo clandestino, così da non aver più timore di essere scoperti durare la visione o, addirittura, durante le pratiche onanistiche.

Accertato di aver un marito pornodipendente, cosa fare? Nei casi più estremi, per non dire delle vere e proprie patologie debilitanti, può essere necessario l’intervento di uno psicoterapeuta. In modalità più blande, invece, si può tentare la via del dialogo. La colpevolizzazione non è mai una strategia vincente: porta l’uomo a sentirsi additato ingiustamente perché non realizza di creare un problema per la coppia, spingendolo a isolarsi ancora di più.

Come detto poc’anzi, il ricorso alla pornografia è l’espressione di una fantasia: confrontarsi sui reciproci desideri, spesso immotivatamente taciuti, non farà dei partner dei pervertiti. La comunicazione permette infatti di trovare pratiche o giochi sessuali graditi a entrambi i coniugi e di sostituire, così, le donne disposte a tutto della Rete alla ben più confidenziale amata. L’importante, in questo caso, è che gli esperimenti sessuali che si metteranno in atto siano ben voluti dalla coppia nel suo complesso, perché deleterio sarebbe sottomettersi a una pratica non gradita solo per far felice il compagno.

Ovviamente, anche un pizzico di coraggio non guasta: limitarsi nella sessualità per paura del giudizio altrui è controproducente e, non ultimo, basterà ricordare come quello che succede nei confini della camera da letto sia di competenza esclusiva della coppia e di nessun altro. Rendere più piccante e coinvolgente la sfera sessuale coniugale, infatti, avrà l’effetto di riabilitarla agli occhi dell’amato, facendogli scoprire un mondo di soddisfazione reale che il virtuale, per forza di cose, non può offrire.

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