Sesso e appellativi imbarazzanti

Dagli "orsetta" degli spacciatori di glucosio ai vetusti nomi della Belle Époque, passando per i volgari seriali: siamo sicuri che le donne apprezzino certi appellativi a letto?

Non c’è nulla che può ammazzare la passione quanto una frase detta fuori luogo durante un amplesso: il desiderio si smorza, l’imbarazzo prende il sopravvento e la voglia di scappare a milioni di chilometri di distanza dall’amato ha la meglio sul partner vittima di tanta distrazione verbale. Quando la frase maldestra si trasforma però in un rituale, come ad esempio in nomignoli ripetuti a oltranza senza il minimo gradimento della propria metà, l’incontro erotico rischia di trasformarsi in un’ora depressiva da cancellare dalla memoria.

A essere soprattutto colpiti dalla sindrome dell’appellativo non voluto sono sopratutto i maschietti, in particolare quelli italici, che spesso e volentieri si lanciano in nomi tra il romantico e il melenso, per non scadere proprio nel turpiloquio in modo del tutto immotivato. Quando è la {#coppia} stessa a decidere di ricorrere a dei ruoli, qualsiasi nome utilizzato sarà legittimato dalla voglia di giocare insieme. Ma quando tali appellativi cadono come fulmini a ciel sereno durante il culmine del piacere, come ci si deve comportare? Innanzitutto, è necessario scoprire la tipologia di uomo con cui si ha a che fare.

La prima categoria di battezzatori folli è quella romantica, per non dire diabetica. Con questi uomini, l’incontro sessuale si trasforma in un tripudio di “Amorino”, “Orsetta”, “Cucci Cucci”, “Tatina”: nomi che ricordano più i felici tempi dell’asilo che una notte di erotismo sfrenato e sfacciato, tanto da allontanare qualsiasi ipotesi di fantasie erotiche particolarmente hot. Il compagno in questione scambia l’amata per il proprio peluche e, purtroppo, il desiderio di proteggerne la delicatezza va a discapito delle passione travolgente. Il dialogo può certamente migliorare la situazione, perché può far capire al partner come un eccesso di sdolcinatezza, in un momento invece ben più focoso come il {#sesso}, non sia propriamente gradito. Nella maggior parte dei casi, però, sarà il DNA ad avere la meglio, e lo spacciatore di melassa sarà difficile da debellare nonostante un’intensa riabilitazione.

Si prosegue, quindi, con il viaggiatore temporale. In questa categoria rientrano tutti gli uomini che, scambiando il caldo delle lenzuola con la DeLorean di “Ritorno al futuro”, durante il sesso si trasformano in provetti paggetti della corte del Re Sole. E, così, si ha un esplosione dell’uso del “voi”, dei vari “Madame”, “Consorte”, “Signora” e “Concubina”. Divertente per un gioco sporadico di tanto in tanto, assolutamente fuori luogo nella quotidianità, dove la compagna attenderà terrorizzata che Maria Antonietta sbuchi di soppiatto dalla cabina armadio.

Vi è poi la categoria più ingestibile, quella del compagno dal turpiloquio facile. In genere, gli amplessi partono con frasi dolci ed emozionanti, per poi trasformarsi nella sagra della bestemmia via via che ci si avvicina all’orgasmo. A meno che non sia la coppia a deciderlo di comune accordo, non sono molte le donne desiderose di essere chiamate delle meretrici, per utilizzare un eufemismo, e nemmeno quelle pronte a sentirsi descrivere parti del loro corpo come fossero tranci di filetto in bella mostra sul banco frigo del macellaio. La situazione viene addirittura peggiorata dai maschietti che, anziché specificare alcune pratiche con delle descrizioni eleganti, ricorrono al linguaggio tipico dei film porno, trasformando l’amplesso in un momento di vergogna. Se, poi, il partner in questione fosse anche un iscritto al club degli esibizionisti verbali, coloro che al culmine del piacere alzano i decibel in modo da farsi sentire da tutto il vicinato, non ci si può nemmeno lamentale delle occhiate e delle risate maliziose della portinaia la mattina seguente sull’uscio di casa.

Non è dato sapere da dovi derivi l’esagerazione linguistica maschile durante i rapporti intimi, ma probabilmente è la società dell’apparire, quella in cui la volgarità mista alla pornografia spesso fanno capolino, che spinge alcuni uomini ad alcune libertà che sarebbe meglio non concedere. Di certo rimane che qualsiasi fantasia, fisica o verbale, si decida di perseguire in camera da letto, deve essere la coppia nel complesso ad averla scelta. Perciò, prima di lanciarsi in esclamazioni che potrebbero sortire effetti opposti da quelli sperati, sarebbe meglio parlarne senza troppe vergogne con la propria metà. E ricordarsi sempre che, spesso, uno sguardo vale più di mille parole.

Fonte: The Frisky.

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