"Io nata uomo? È come dire che la Terra è piatta": le parole di Amanda Lear

La showgirl si è raccontata in un'intervista a La Stampa, in occasione dell'uscita del documentario sulla sua vita. "Io sono stata la prima vittima delle fake news e dei complottisti. Tutte palle che si raccontano da Barbara D'Urso".

Fin dai suoi esordi nel mondo dello spettacolo, intorno ad Amanda Lear veleggia un alone di mistero. Nessuno conosce la sua reale data di nascita, alcune teorie sostengono che non sia chi dice di essere, che abbia inventato tutto riguardo alla sua carriera e alle sue relazioni sentimentali. Ma ora la showgirl e cantante non ne può più, e si è raccontata in un’intervista a La Stampa in occasione dell’uscita su RaiDue (a breve) del documentario Queen Lear: le vite di Amanda Lear.

Nel corso degli anni Lear ha avuto relazioni con uomini come David Bowie, che ha lanciato la sua carriera, e Salvador Dalì, di cui è diventata la musa ispiratrice. Legami che non ha certo dimenticato, e che rivendica a gran voce nell’intervista:

“Nel documentario si vedono le mie sfilate, una davanti a Elisabeth Taylor. Così forse in Italia la smetteranno di dire che tutto questo non è vero o che ho inventato le mie relazioni con Salvador Dalì o David Bowie: tutte le palle che si raccontano da Barbara d’Urso. Lì ci sono i filmati dell’epoca. Ho autorizzato il progetto anche per mostrare ai francesi quello che ho fatto in Italia, in particolare un programma all’avanguardia come “Stryx”, sulla Rai, nel 1978. Io, Grace Jones e Patty Pravo eravamo le streghe sexy”.

Un altro argomento da sempre molto dibattuto riguardo ad Amanda Lear è il fatto che, secondo molti, sia nata uomo. Una teoria che, nel tempo, la stessa showgirl ha cavalcato: la sua voce profonda e il suo aspetto androgino hanno contribuito a radicare la convinzione che, prima di essere Amanda Tapp (il suo vero nome) fosse Alain René Tap e che avesse cambiato sesso con un intervento a Casablanca. Teoria da sempre smentita dalla diretta interessata, anche se non ha mai negato di averne tratto vantaggio per far parlare di sé.

Nel 1978, Lear ha posato nuda tra le pagine di Playboy. Facendo riferimento a questo servizio fotografico, Leonardo Martinelli (autore dell’intervista per La Stampa) le ha chiesto: “Ma, vedendo quelle immagini, come si poteva in quegli anni sospettare che lei fosse un uomo?”. Una domanda a cui la showgirl ha dato una risposta inequivocabile:

“È la stessa ragione per cui qualcuno continua a dire che la Terra è piatta. Io sono stata la prima vittima delle fake news e dei complottisti. Dicevano che quelle foto erano ritoccate. La gente sparlava di me pensando forse di distruggermi. E invece hanno contribuito alla mia fama. Ecco, do questo consiglio alle vittime delle fake news di oggi sui social: utilizzatele a vostro vantaggio”.

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