Caduta dei capelli nelle donne: cause e rimedi della calvizie femminile

Seppure si pensi che sia un problema tipicamente maschile, anche moltissime donne dovranno fare i conti con un’eccessiva perdita di capelli, ma per fortuna la tricologia offre dei rimedi per contrastare l’alopecia.

Perdere i capelli è una paura che accomuna molte persone, donne comprese, ma in realtà il fatto che i capelli si stacchino dalla testa è, in una certa misura, una cosa del tutto normale e fisiologica. Esiste infatti un naturale ciclo di ricrescita attraverso il quale i capelli vengono sostituiti.

Trovarli sulla spazzola, quindi, non deve essere di per sé un motivo di allarme. Diventa preoccupante, però, quando questa sostituzione inizia ad affievolirsi e i capelli nuovi si presentano più sottili e deboli dei precedenti, dando così il via a una fase che può portare alla calvizie.

Seppure si pensi sia un fenomeno prettamente maschile, anche moltissime donne nel corso della loro vita dovranno affrontare un sempre maggiore diradamento della propria chioma, il che spesso può comportare ripercussioni psicologiche da non sottovalutare.

Se siamo infatti più che abituati a vedere uomini calvi (il che non significa automaticamente che per un uomo perdere i capelli sia una passeggiata), discorso diverso è per il corpo femminile, da sempre soggetto a molte più pressioni sociali ed estetiche.

Per una donna perdere i capelli può essere un vero e proprio trauma, contro il quale la tricologia da tempo cerca di porvi rimedio con trattamenti sempre più efficaci, come i rimedi contro la calvizie dell’Istituto Helvetico Sanders.

Varie tipologie di alopecia femminile

“Alopecia” è in realtà un termine molto generico, in quanto può riferirsi a condizioni diverse tra loro, che hanno cause, tempi e trattamenti differenti. Ecco le principali:

  • Androgenetica: è la tipologia di alopecia più diffusa, che comporta un progressivo indebolimento dei follicoli piliferi causata dalla presenza degli ormoni androgeni e da una predisposizione genetica. Inizia a manifestarsi attorno ai 40/30 anni, ma può essere causata anche da eventi quali il post partum e la menopausa. Secondo la Società Italiana di Tricologia, affligge il 35% delle donne in età fertile e il 50% di quelle in menopausa.
  • Areata: si tratta di una patologia genetica e autoimmune che provoca alopecia inizialmente localizzata in piccole chiazze, fino alla perdita completa di capelli e peli.
  • Cicatriziale: è una forma di calvizie derivante da malattie infiammatorie che causano la distruzione dei follicoli. La più diffusa di queste malattie è il Lichen planus pilare.
  • Da chemioterapia: si tratta dell’alopecia causata dalle terapie farmacologiche messe in campo per contrastare i tumori.
  • Da stress: in questo caso è il forte stress o un evento traumatico a causare la perdita di capelli. I responsabili sono i nervi attorno ai follicoli piliferi, che in queste circostanze bloccano la crescita del capello. Risolta la fonte di stress, i follicoli dovrebbero riprendere la loro normale attività.

Quali sono le cause della calvizie femminile

Come è evidente dalle varie tipologie di alopecia, le cause possono essere molto variegate e decretare o meno la reversibilità della calvizie (temporanea o definitiva) e la gravità (circoscritta o diffusa).
Di seguito le cause più comuni:

  • predisposizione genetica;
  • squilibri ormonali;
  • stress;
  • cattive abitudini quali diete scorrette e abuso di alcol;
  • malattie infiammatorie o autoimmuni;
  • trattamenti farmacologici.

Per quanto riguarda gli squilibri ormonali, per una donna sono significative in particolare due fasi della vita: il post partum e la menopausa.

La salute del capello è infatti fortemente influenzata dagli estrogeni, i quali rappresentano un toccasana per la capigliatura. Durante la gravidanza, il livello degli estrogeni sale, migliorando visibilmente l’aspetto dei capelli (non è solo un modo di dire che le donne incinte sembrino più radiose), ma impedendo allo stesso tempo al follicolo di riposare.

Circa tre mesi dopo il parto, il livello degli estrogeni cala, il che può comportare un’eccessiva caduta dei capelli (e lo stress della delicata fase del post partum di certo non aiuta).
Per la stessa dinamica, anche l’entrata in menopausa comporta un calo del livello di estrogeni, lasciando così campo libero agli ormoni androgeni.

La funzione benefica degli estrogeni, infatti, è quella di ridurre la 5a-reduttasi, un enzima che converte il testosterone in diidrotestosterone (DHT), il principale responsabile dell’alopecia.
Qualsiasi fattore che vada, quindi, a influenzare questo delicato equilibrio in favore degli ormoni androgeni, comporterà un più elevato rischio di calvizie. Tra questi c’è anche l’iperandrogenismo, che spesso interessa le donne alle prese con la sindrome dell’ovaio policistico.

Come si manifestano i sintomi

Come già accennato, perdere i capelli non è di per sé un problema se il caduto viene sostituito da un capello altrettanto sano e forte, ma quando il follicolo inizierà a indebolirsi e a miniaturizzarsi, i capelli saranno sostituiti da copie sempre più sottili e depigmentate, fino a che il follicolo cesserà del tutto la sua attività.

A differenza dell’alopecia maschile, caratterizzata da un diradamento a zone (per esempio la classica “stempiatura”), per le donne la perdita dei capelli è diffusa in modo più omogeneo su tutta la testa, in particolar modo la sommità e le zone dietro la linea fronto-temporale.

Nel 1977 la progressione dell’alopecia androgenetica femminile venne standardizzata dalla Scala di Ludwig in tre gradi di gravità: grado 1,2 e 3.

Fonte: iStock

Mediamente si perdono alcune decine di capelli al giorno, se si supera la centinaia bisognerebbe iniziare a porsi il problema. Contare i capelli che perdiamo giornalmente è però un’operazione difficile e noiosa, quindi potrebbe essere più utile tenere monitorata la testa e prestare attenzione se eventualmente ci sono zone in cui il cuoio capelluto diventa sempre più visibile.

È possibile fermare la caduta dei capelli

Riuscire ad arrestare l’eccessiva caduta dei capelli dipende dal tipo di alopecia, dall’avanzamento e dalla gravità. Per una valutazione più accurata possibile è opportuno rivolgersi a degli specialisti, perché ogni persona è unica e solo una visita personalizzata potrà decretare o meno come e quanto è opportuno intervenire.

Resta valido il fatto che agendo sui capelli e sul cuoio capelluto per tempo, si può evitare che la calvizie diventi un problema evidente. La prevenzione è perciò fondamentale e non è saggio aspettare che il problema peggiori.

Presso i centri dell’Istituto Helvetico Sanders è possibile prenotare la propria visita gratuita, che attraverso delle analisi e dei test (come l’esame obiettivo attraverso la microcamera, per valutare lo stato di salute del cuoio capelluto, o il pull test per verificare la resistenza dei capelli) saranno in grado di fornire un consulto specifico per ogni paziente.

Il fatto che non sempre si possano recuperare i capelli persi, non deve però far pensare che si debba essere destinati a convivere con una testa calva se ciò ci crea disagio. Infatti, qualora la calvizie sia a uno stadio troppo avanzato, si può sempre optare per il trapianto di capelli.

Come funzionano i metodi per contrastare la calvizie femminile

L’Istituto Helvetico Sanders propone principalmente due modi con cui contrastare l’alopecia: dei trattamenti finalizzati a fermare l’eccessiva caduta dei capelli risanando il cuoio capelluto e delle tecniche di trapianto qualora la situazione sia a una stadio più avanzato.

La linea FISIO-COMPLEX è composta da trattamenti sia dermocorrettivi che dermostimolanti e si basa sulle combinazioni di sostanze 100% naturali, prive di parabeni, SLS e SLES (tensioattivi estremamente aggressivi), che non hanno gli effetti collaterali tipici di alcuni farmaci e non c’è bisogno di doverli utilizzare per tutta la vita, in quanto l’obiettivo è quello di raggiungere risultati duraturi.

I benefici di queste sostanze (come la serenoa repens, la caffeina, lo zinco PCA e l’aloe vera) sono stati dimostrati anche da alcune ricerche dell’Università La Sapienza di Roma*, il British Journal of Dermatology** e il Dipartimento di Dermatologia degli studi di Firenze***.

I dati acquisiti dall’Istituto Helvetico Sanders hanno riscontrato come questi trattamenti abbiano normalizzato il cuoio capelluto nel 95% dei casi, rendendo più resistenti i capelli nel 93% ed ispessendone il fusto nel 83%.

Fonte: Istituto Helvetico Sanders

Per quanto riguarda il trapianto, invece, l’Istituto Helvetico Sanders si avvale del proprio protocollo SMART FUE, caratterizzato da tre fasi:

  • L’estrazione: i capelli che verranno impiantati sono sempre capelli del paziente, che verranno estratti da zone non interessate dall’effetto degli ormoni, il che garantirà loro di non cadere più. L’estrazione avviene tramite un micromotore monobulbare dotato di una punta microscopica delle dimensioni fino a 0,7 mm e non c’è da preoccuparsi perché questa estrazione non sarà evidente alla vista.
  • La conservazione: le unità follicolari vengono mantenute in un terreno di coltura, a temperatura controllata, immerse in un liquido biochimico che ne impedisce le degenerazione e ne aumenta la vitalità.
  • L’impianto: i follicoli prelevati vengono impiantati nella zona interessata dalla calvizie direttamente nel cuoio capelluto tramite il sistema di impianto DHI, il che ne garantisce l’attecchimento quasi al 100% e nessuna cicatrice. La bravura dei chirurghi in questa fase è fondamentale per evitare “l’effetto bambola” con i capelli tutti con la stessa inclinazione. Per questo è molto importante rivolgersi a dei professionisti qualificati.

A questo segue poi una fase di periodico monitoraggio. Per assicurarsi che la ricrescita proceda per il meglio occorre infatti aspettare i tempi biologici necessari ai capelli per raggiungere la stabilità ottimale: dopo 6 mesi sarà possibile vedere un primo risultato apprezzabile alla vista, mentre il risultato definitivo si avrà dopo un anno dall’autotrapianto.

*International journal of immunopathology and pharmacology 25.4 (2012): 1167-1173
** T.W. Fischer E. Herczeg‐Lisztes W. Funk D. Zillikens T. Bíró R. Paus “Differential effects of caffeine on hair shaft elongation, matrix and outer root sheath keratinocyte proliferation, and transforming growth factor‐β2/insulin‐like growth factor‐1‐mediated regulation of the hair cycle in male and female human hair follicles in vitro.” British Journal of Dermatology 171.5 (2014): 1031-1043.
*** Amato; P. Fabbri; M. Terranova “Studio clinico e strumentale (corneometria e sebometria) dell’attività di una lozione contenente litio succinato, climbazolo e zinco PCA nella dermatite seborroica del cuoio capelluto” Giornale Italiano di Dermatologia e Venereologia. 2004.

Articolo con contenuti promozionali

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