Fermented Skincare, perché la tua pelle ha bisogno di... fermento

Che cos’è la fermented skincare e perché si tratta del booster naturale più efficace che ci sia per la nostra pelle

Quando si parla di bellezza e cura del viso è difficile non citare almeno una volta la skincare coreana, più nello specifico la tradizionale cura della pelle che in Asia affonda le radici in rituali antichissimi.

Proprio in quella parte di mondo, che a volte sembra così lontana, nascono tendenze e tecnologie cosmetiche che ormai in poco tempo si diffondono anche in Europa e in tutto il mondo, ed è proprio per questo che oggi parlare di fermented skincare e cosmetici fermentati non è poi così strano, anzi.

Per capire a fondo che cos’è la fermented skincare dobbiamo prima tenere a mente che in Asia si consumano cibi fermentati da centinaia di anni. Ma se è vero che gli alimenti fermentati fanno bene al nostro organismo, applicare una crema è ben diverso da mangiare un alimento: cosa indica esattamente la parola “fermentato” in ambito cosmetico?

Proprio in Asia è stata sviluppata la tecnologia per sfruttare tutte le peculiarità dei cibi fermentati anche in ambito cosmetico. Si tratta di una tecnologia green, moderna ma che allo stesso tempo sfrutta i principi base dell’antica pratica della fermentazione.

Che cos’è la fermentazione (in parole povere)

In breve, il termine tecnico della fermentazione indica il processo secondo il quale vengono inseriti funghi e batteri all’interno di sostanze organiche, trasformandole. Dal punto di vista cosmetico la descrizione scientifica non sembra allettante, eppure in questo caso la rana si trasforma in principe. In Corea hanno capito prima degli altri che il cosmetico fermentato dà giovamento alla pelle.

È come quando parliamo di microbioma cutaneo e di batteri che vivono sulla nostra pelle per mantenerla sana e in equilibrio. Allo stesso modo, la fermentazione dei cosmetici aiuta a rendere i principi attivi assorbibili dalla nostra pelle, perché li scompone in particelle abbastanza piccole da essere correttamente assimilate: si chiama biodisponibilità.

Fermented skincare, di che prodotti cosmetici si tratta?

Per via dei processi chimici ai quali vengono sottoposti, questo tipo di prodotti spesso contengono:

  • Estratti di frutta e verdura;
  • Lievito;
  • Erbe.

Tutti elementi che appunto possono essere fermentati e quindi assimilati, assorbiti meglio dalla pelle. Si possono trovare in:

  • Sieri;
  • Creme;
  • Maschere;
  • Esfolianti.

Cominciano inoltre ad apparire anche i primi studi clinici che dimostrano come un alimento – nella sua versione fermentata – sia più efficace. É il caso del ginseng rosso: fermentato diventa un potente sbiancante e antirughe, ancora più efficace di quello tradizionale. Oppure dell’olio di oliva, per cui si stima che la versione fermentata contenga cinquanta volte di più la quantità di Omega 6 e Omega 9 (grandi alleati nella lotta ai radicali liberi) rispetto a quello non fermentato.

Inoltre, gli ingredienti fermentati mimano il processo cellulare, e questo li rende adatti anche alle pelli più sensibili. Spesso chi la possiede si scoraggia davanti all’uso di prodotti d’avanguardia perché troppo aggressivi: non è questo il caso. In questo tipo di cosmetica, vengono usate solo materie prime biologiche, per evitare che la fermentazione venga contaminata con altre sostanze, preservando così un certo grado di purezza.

Fermented skincare, le proprietà cosmetiche

Tra gli ingredienti più popolari nella fermented skincare, troviamo:

  • Cocco: il fermento della polpa di cocco ha proprietà antimicrobica, viene quindi impiegato al posto dei conservanti sintetici.
  • Peperoncino: l’estratto fermentato è utile per prevenire le irritazioni e stimolare la circolazione.
  • Zucca: il fermento in questo caso ha proprietà esfolianti e idratanti.

In conclusione, la fermented skincare può essere vista come un booster della cosmesi tradizionale, che sfrutta la scienza e la natura per amplificare le proprietà degli effetti sulla pelle di ogni singolo ingrediente. 

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