
Muore Riccardo Schicchi, guru del porno
Riccardo Schicchi, il re del porno italiano, è morto ieri sera a soli 60 anni per una grave forma di diabete. Con la sua agenzia aveva lanciato Ilona Staller, Moana Pozzi ed eva Henger.
Riccardo Schicchi, il re del porno italiano, è morto ieri sera a soli 60 anni per una grave forma di diabete. Con la sua agenzia aveva lanciato Ilona Staller, Moana Pozzi ed eva Henger.
Riccardo Schicchi, considerato come un “padre professionale” da Rocco Siffredi e scopritore delle maggiori dive del mondo del porno da Cicciolina a Moana Pozzi, da Eva Henger a Jessica Rizzo, è morto ieri sera a soli 60 anni in seguito a una grave forma di diabete.
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Riccardo Schicchi è nato in Sicilia nel 1952 e di lui Rocco Siffredi, esponente maschile più noto nel mondo della pornografia, dice che proprio per le sue origini era un uomo diviso a metà:
«Il siciliano di paese, gelosissimo delle sue donne e il libertino sfrenato.»
La sua carriera professionale nasce come fotoreporter per Epoca, ma l’incontro con Ilona Staller cambia tutto. Insieme gestiscono il programma Voulez-vous coucher avec moi? e proprio lì nasce il soprannome Cicciolina. Nel 1983 fondano l’agenzia per professionisti del mondo erotico Diva Futura, fucina di talenti del porno da cui vengono lanciate Moana Pozzi, Jessica Rizzo e lo stesso Siffredi. Schicchi fa una virata nel mondo della politica passando per il Partito Radicale e fondando il Partito dell’Amore, e grazie a lui la Staller viene eletta nella Camera dei Deputati nel ’90.
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Intanto l’incontro con Eva Henger, attrice della sua scuderia, moglie e madre dei suoi due figli, Riccardino, 17 anni, e Mercedes, 21. Regista, comunicatore, politico, sceneggiatore, e soprattutto colui che ha tolto il mondo della pornografia dalla clandestinità per farne arte e business, senza che questo comunque non gli desse problemi giuidiziari. Lo ricorda così Siffredi:
«È stato un padre per me, a Riccardo devo tutto. Sono nato con lui, nell’agenzia Diva Futura. Avevo 20 anni quando mi scelse: sono stato l’unico uomo tra tutte le sue donne. Per l’Italia della pornografia questo è un grave lutto. Non c’è stato nessuno come lui che ha creduto così tanto al made in Italy pornografico, riuscendo a sdoganare tutto il mondo del porno, andando dritto per una strada in cui credeva anche a costo degli insulti dei benpensanti. A me fermavano per la strada per dire sei un figo, sei un grande, a lui sberle e frasi tipo sei un maiale».
Fonte: Corriere della Sera
Articolo originale pubblicato il 10 dicembre 2012
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