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Febbre, ma nessun altro sintomo di malattia: è questa la situazione che si trovano a fronteggiare molti genitori che, nell’incertezza sul da farsi, decidono di portare il proprio bambino in ospedale. Si stima, infatti, che circa il 10% degli accessi al Pronto Soccorso, specie se il bambino è molto piccolo, avviene per questo motivo. Nella maggior parte dei casi (90%) viene accertato che la causa della febbre è una forma virale che interessa le vie aeree superiori e i cui sintomi si conclameranno nell’arco di poche ore.
Tuttavia, l’allarme dei genitori non è completamente infondato, infatti in alcuni casi tale rialzo febbrile improvviso e apparentemente non imputabile a nessuna patologia può essere sintomatico di una infezione batterica grave al suo esordio. Nella stragrande maggioranza dei casi, questa infezione è dovuta a Streptococcus pneumoniae (il batterio gram-positivo responsabile della polmonite negli adulti), contro il quale esiste un vaccino da più di dieci anni. In Italia, il ciclo completo di vaccinazione anti-pneumococcica prevede due somministrazioni del vaccino nei primi 6 mesi del bambino e un richiamo all’anno di età, dopo il quale il bambino è ben protetto per almeno 5 anni.
Per la difficoltà di distinguere i due quadri clinici (quello virale e quello batterico), all’inizio sovrapponibili, la maggior parte dei pediatri consiglia il ricovero con esami approfonditi, inclusa una rachicentesi (cioè una puntura lombare) per escludere sia in atto una meningite, specie se il bambino è molto piccolo (meno di due mesi). Se invece il bambino ha tra i due e i tre mesi, i pareri dei medici sono discordanti: per alcuni è meglio, dopo aver sottoposto il bambino a tutti gli esami compresa una urinocoltura, instaurare da subito una terapia di tipo antibiotico, mentre per altri è meglio rivalutare il paziente a distanza senza iniziare immediatamente con questo tipo di farmaci.
Ma, in generale, come affrontare la febbre nei bambini piccoli? Se la febbre supera i 38.5°, allora contatta immediatamente il pediatra. Non sempre un rialzo febbrile è sintomo di una malattia grave, ma in ogni caso sarebbe meglio lasciare il bambino con indosso solo il pannolino, mantenere la sua stanza sempre fresca e passargli indosso una spugna tiepida in modo delicato aspettando che l’acqua evapori in modo naturale, così da rinfrescarlo. Fagli bere liquidi in modo che non si disidrati. Il medico potrebbe prescrivere al bambino del paracetamolo, specie se ha più di tre mesi.
Articolo originale pubblicato il 30 agosto 2014
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