Essere Donna e Pornostar: Leonardo.it incontra Vittoria Risi

Una donna che decide di fare del mondo della sessualità, un’arte. Questa è Vittoria Risi, due occhi verdi che spiazzano e delle curve che tanto soddisfano le fantasie maschili e non.

Parlando con Vittoria ti rendi conto di quanto sia vero quello che diceva Pirandello: “Siamo uno, nessuno e centomila”: lei è una donna, è molto diversa da ciò che tanti pensano, ma nella sua vita è stata, e continua ad essere, una pittrice, una pornostar, un’attrice, una compagna… E allora ti rendi conto di quante diverse anime possono esserci dentro una persona, e di quanto sia bello scoprirle pian piano, senza fermarsi al primo strato, quello dell’apparenza. Ho spogliato Vittoria Risi con l’arma più seducente che una donna possiede: la parola.

Ecco le mie domande, e le sue risposte:

Come e quando hai scelto di lavorare nel mondo del porno?

Ho iniziato relativamente tardi, all’età di 29 anni, dopo aver studiato all’Accademia delle Belle Arti. In realtà ero sempre stata affascinata dalla sensualità del corpo, e forse è stata la scoperta dei fumetti erotici in stile Milo Manara ad avermi fatto venire in mente l’idea di dedicarmi ad un’attività come quella dell’attrice hard. E’ stata una scelta maturata col tempo: ho iniziato a guardare film a luci rosse americani, mi coinvolgevano di più di quelli italiani, e da lì, un bel giorno, ho deciso di lasciare tutto e tentare questa nuova strada, a dispetto delle tante difficoltà che, ero certa, avrei incontrato. Ho avuto la fortuna di iniziare subito con delle pellicole e non con gli spettacoli nelle sale, come fanno in molte, e il mio nome è cominciato a girare e a ricevere un ottimo seguito“.

Sei nata e cresciuta a Pellestrina, un’isoletta vicino Venezia, una piccola realtà dove tutti conoscono tutti. Quali sono state le reazioni della gente quando hai iniziato la carriera nell’hard?

“Naturalmente ci sono state persone che mi hanno fortemente criticata ed allontanata, e persone più intelligenti ed aperte che hanno continuato a volermi bene e a seguirmi. Oggi a Venezia sono molto conosciuta e questa città significa molto per me: non posso vivere senza il mare, ho bisogno dell’orizzonte, ma soprattutto per me la Serenissima è fonte di continua ispirazione artistica per le sue atmosfere, la sua intensa storia, la sua gente. Tra quelle calle mi sento protetta, e poi si sa, le cortigiane a Venezia sono sempre state molto attive e io, un po’, mi ispiro anche alla loro arte amatoria. Sai che a Venezia c’è anche il “Ponte delle tette”? Ai tempi della Repubblica di Venezia, nelle sestiere di San Polo c’era un quartiere a “luci rosse” in cui abbondavano le case di tolleranza; una di queste si trovava proprio sul ponte delle Tette, così chiamato perché le prostitute, affacciandosi alle finestre in direzione del ponte sottostante, erano use allettare i passanti mostrando i seni scoperti“.

(L’intervista continua sotto la fotogallery)

Come viene percepita nella nostra società la nudità? Che sentimenti crea?

“Penso dipenda tutto dal contesto in cui la si incontra. Qualche anno fa, per esempio, sono stata protagonista di un esperimento compiuto con Gaetano Pesce alla Biennale di Venezia: insieme ad un modello ho trascorso diverse ore su di un trono di plastica, completamente nuda, nel Giardino delle Vergini nel Padiglione Italia. Ai nostri piedi la scritta “Toccare”. Molte persone passandoci davanti preferivano non guardare, erano imbarazzate, si voltavano dall’altro lato, sembravano addirittura scandalizzate. Eppure chi pratica una manifestazione come la Biennale, solitamente, è abituato a performance provocatorie. Sono rimasta colpita, è stata un’esperienza molto curiosa”.

E se invece spostiamo questa nudità su Internet? Come funziona?

“Sul web è tutto diverso perché è l’individuo che sceglie di andare a vedere determinati contenuti. Sul mio sito capitano indifferentemente uomini e donne anzi, quest’ultime sono sempre più numerose. Sulla rete, naturalmente, si perde il piacere di toccare e creare come invece puoi fare, ad esempio, su un set cinematografico, ma fortunatamente nelle dirette l’interazione con gli utenti in parte supplisce a questa mancanza. Mi chiamano in tanti, anche coppie, e insieme proviamo a divertirci e provare piacere reciproco. Sulla rete la mia preoccupazione principale è provare ad eliminare questo brutto effetto “take away”, non è facile, ma ci provo“.

Sei molto attenta ai dettagli, sei molto elegante, curi personalmente scenografie, costumi, musiche delle tue performance. Sei un’artista del sesso?

“Ci provo: per me il porno è davvero una passione, per questo studio teatro, per questo mi piace l’arte. Ora, ad esempio, ho un progetto che vorrei al più presto portare a termine approfondendo la figura di Veronica Franco, una poetessa e cortigiana veneziana. E poi, naturalmente, dipingo e non vedo l’ora di trovare un po’ di tempo per finire un’antologica entro il 2014“.

Se dovessi dare un consiglio ad una ragazza che decide di intraprendere la tua strada, cosa le diresti?

Di fare molta attenzione alle proposte che riceve, di essere molto selettiva, di dire sì con intelligenza e di non provarci neanche se non ha alla base una forte passione: non ci si inventa un lavoro, neppure quello della attrice hard. Inoltre è necessario crearsi una bella “scorza” per non farsi scalfire dai pregiudizi: l’autodifesa è fondamentale per non abbattersi mai, e per saper render costruttive anche le critiche più infondate“.

Seguici anche su Google News!