Gf Vip, la (pesante) accusa di Jessica Selassié a Katia Ricciarelli

La principessa sostiene che la cantante lirica abbia bestemmiato nella Casa di Cinecittà, e che nonostante questo non sia stata cacciata ma solo ammonita in confessionale.

Manca sempre meno alla fine della sesta – seguitissima – edizione del Grande Fratello Vip. E con l’arrivo della finalissima, le tensioni all’interno della Casa crescono sempre di più. Ancora una volta, al centro di malumori e polemiche si trova Katia Ricciarelli. La cantante lirica ha ricevuto un’accusa molto pesante da parte di Jessica Selassié. La principessa, infatti, si è sfogata in un video nel quale afferma che Ricciarelli abbia bestemmiato in diretta.

Nella breve clip in questione, si vede Jessica Selassié insieme alla sorella Lulù, Alessandro Basciano e Sophie Codegoni che discutono di Katia Ricciarelli. A parlare per prima è proprio la principessa, che afferma:

Hai visto come Manuel gli ha risposto, tiè, è stata zitta?. E poi si sente Basciano rispondere: “Non parlasse lei di parolacce, per favore”. Proprio in quel momento è arrivata l’accusa di Jessica: “Ragazzi, lei a settembre ha bestemmiato e l’hanno anche richiamata in confessionale e non le hanno detto nulla perché si tratta di lei”, sottintendendo un trattamento preferenziale da parte della redazione nei confronti della cantante lirica.

Per ultima interviene Sophie Codegoni che afferma: “In realtà non è che ha bestemmiato, ha usato un’intercalare. Che poteva essere una bestemmia”. Subito gli altri le fanno notare che l’anno scorso per un incidente simile Denis Dosio aveva dovuto abbandonare la Casa di Cinecittà. Il video è arrivato sui social, dove sta suscitando numerose polemiche da parte di molti utenti, come chi scrive: “Quindi oltre a dire frasi razziste, misogine e omofobe ha pure bestemmiato/ usato un intercalare contro la fede e voi la volete in finale?”. 

A far infuriare, però, è stata soprattutto la scelta della produzione che, come si evince dal video, subito dopo la frase di Jessica ha staccato l’inquadratura, quasi fosse una sorta di ‘censura‘ in merito al discorso che il gruppetto stava affrontando.

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