La storia d'amore di Sandra Mondaini e Raimondo Vianello

In un’intervista anni fa, Sandra Mondaini aveva detto di non aver paura di morire, ma delle conseguenze che avrebbe avuto sui suoi cari. Secondo lei Raimondo non sarebbe sopravvissuto alla sua morte. Non sapeva che neanche lei ne avrebbe avuto la forza.

Sandra Mondaini e Raimondo Vianello si sono incontrati nel 1958 e, nonostante la loro sia ormai l’immagine consolidata di una coppia eternamente sposata, quella dei battibecchi, del “che noia che barba”, anche il loro è stato un inizio burrascoso.

Quando si sono conosciuti, lui era fidanzato con una ballerina, lei con un produttore. Per lei era persino una cosa seria. E del resto nel ’58 lei aveva già 27 anni, Raimondo 36. Non si sono praticamente parlati per un anno finché, come Sandra ha rivelato:

Al terzo mese di tournée, una sera al ristorante mentre si mangiava tutti insieme e dopo aver ordinato una cotoletta, mi guarda e mi dice: “Lo sai che sono innamorato di te?”. Dopo di che si volta verso Gino Bramieri e comincia a parlare del più e del meno, come se non esistessi.

E però qualcosa è cambiato. I due lasciano i rispettivi fidanzati, ognuno senza chiederlo all’altro, e la strada verso il futuro insieme è spianata. O quasi. A 3 anni dal fidanzamento, Raimondo non si decideva a fare il grande passo:

Di notte fissava la data del matrimonio, e la mattina diventava vago. Così un giorno scappai a Milano dalla mia mamma. Subito Raimondo mi telefonò annunciando che ci saremmo sposati il 28 maggio del 1962.

E così fu. E nel corso dei 50 anni di matrimonio e di vera e propria simbiosi anche professionale, Sandra e Raimondo sono entrati nell’immaginario comune, anche e soprattutto grazie alla sit-com “Casa Vianello”, come la Coppia con la C maiuscola. Litigiosa, “noiosa”, lui con sogni di tradimenti con belle ragazze, lei con continue inquietudini. Ma sempre insieme, felici anche.

La loro vita matrimoniale è stata però più difficile di quanto i loro ruoli televisivi non lasciassero presupporre. Colpito da un cancro al rene lui, nel 1978. Sandra aveva detto di aver preso malissimo la malattia del marito:

Persi letteralmente la testa.

Del cancro allora si sapeva poco, da lì, all’impegno sociale è stato un attimo. Quando è stata lei a dover affrontare la malattia, prima ai polmoni, poi al seno, è stato più facile. Ricordava con maggior sofferenza la sua esperienza con la depressione. Che la colpiva ciclicamente, ma di cui il momento più grave era stato quando si era resa conto che non avrebbe avuto figli. Allora hanno adottato i piccoli filippini, la gioia di entrambi.

E sotto a tutte le difficoltà, il rispetto, l’amore per l’altro, e soprattutto tanta ironia e autoironia:

Non abbiamo mai smesso di ridere, è il segreto per stare bene insieme: noi ridevamo delle stesse cose.

Poco dopo la morte di Raimondo, Sandra aveva detto che lo chiamava in Paradiso tutti i giorni e gli raccontava le sue giornate. Niente più telefonate adesso, riuniti dopo appena 5 mesi.

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