
Una mamma per amica: 10 insegnamenti da copiare
La fortunata serie "Una mamma per amica" racconta una storia brillante dalla quale tutte noi possiamo trarre qualche piccola grande lezione.
Le cure materne hanno un effetto positivo su apprendimento, memoria e tranquillità dei bambini.
Le mamme chioccia saranno pure poco alla moda rispetto alle mamme tigre, e nel paese dei bamboccioni quasi una categoria di colpa, ma la realtà è che l’affetto materno è un toccasana per il cervello dei bambini. Questo è quanto emerso da una ricerca della Washington University School of Medicine di St. Louis.
Lo studio ha addirittura pesato il fattore mamma nell’età prescolare: a tante coccole corrisponde il 10 per cento in più di sviluppo dell’ippocampo, l’area del cervello fondamentale nella gestione di apprendimento, memoria e stress, insomma ciò che ci rende intelligenti e di successo.
C’erano già molti studi simili che avevano messo in relazione la forte presenza, anche e soprattutto fisica, della mamma con l’intelligenza. Tanto che, per dirne una, nella sempre ardua spiegazione dell’eccezionale percentuale di ebrei nell’elenco dei premi Nobel e dei grandi geni della storia, si è pensato proprio al ruolo fortissimo della madre – la discendenza nell’ebraismo è matrilineare – nella tenera età, con l’abitudine dei frequenti contatti fisici e la storica disposizione alla lettura dei testi fin dalla tenera età.
Ora questo studio conferma un più generale orientamento dei pedagogisti e degli psicologi dell’età evolutiva: per quanti sforzi faccia, il padre conta poco nel primo anno di vita del bambino. Il rapporto con la madre è esclusivo ed è giusto che sia così. Il cosiddetto “attaccamento primario” uscito dalla porta delle nuove pratiche, compreso il congedo di parternità, rientra dalla finestra dell’osservazione scientifica.
La coordinatrice dell’esperimento, Joan Luby, ha pensato a questo stratagemma: hanno legato una stimolazione di piacere (l’apertura di un regalo) al compito di una mamma, lasciando che l’interazione figlio-mamma facesse il suo corso. Registrando gli eventi e considerando, qualche anno dopo, le caretteristiche del cervello dei bambini, passati dai 3-6 anni ai 7-10 anni, hanno notato uno sviluppo migliore in quelli che avevano una mamma collaborativa e amorevole.
Insomma, il calore e l’affetto sono salute cerebrale per tutti i bambini. E le politiche sociali e sanitarie per un buon sviluppo dei minori non potranno non tener conto degli sviluppi di questo indirizzo di ricerca, che suggerisce come ai fattori psico-sociali esterni dobbiamo aggiungere la parola più semplice e complicata del mondo: l’amore.
Fonte: Washington University
Articolo originale pubblicato il 7 febbraio 2012
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