Starbucks a Roma: apertura entro il 2020 vicino San Pietro in una ex libreria

Sempre più vicina l'apertura del primo punto vendita di Starbucks nella capitale: presto i romani potranno sorseggiare il tipico frappuccino e gustare i dolci della tradizione anglosassone

Ottime notizie per tutti gli amanti del caratteristico Frappuccino: l’arrivo di Starbucks a Roma sta infatti per diventare finalmente una realtà, dopo gli annunci riguardanti l’apertura entro il 2019.

Il 2020 dunque potrebbe essere l’anno giusto per vedere la caffetteria a stelle e strisce nella capitale. A Milano infatti sono già 5 gli store inaugurati, a partire dalla Starbucks Reserve Rostery di piazza Cordusio, che ha aperto i battenti ormai verso la fine del 2018, con grande soddisfazione dei milanesi che affollano ormai quotidianamente la zona, molto vicina al Duomo.

Come ampiamente anticipato, a Roma Starbucks potrebbe occupare un locale sito tra il Vaticano e il quartiere Prati. Tra i posti più papabili scrutinati dal marchio Percassi, che ha ottenuto la gestione del brand in Italia, vi è la ex libreria Maraldi: un immobile che può vantare ben undici vetrine in quel di Viale dei Bastioni di Michelangelo, a pochi passi dai Musei Vaticani. Il luogo è estremamente trafficato e frequentato sopratutto da turisti: una location ideale per il primo punto vendita romano, da molti punti di vista.

A quanto pare sarebbe stata la burocrazia a far slittare l’apertura, prevista per lo scorso autunno. Ma a quanto sarebbero ancora in corso le ricerche e le selezione di due dirigenti che gestiranno la caffetteria, uno Store Manager e un Assistant Store Manager. Per questo motivo, dopo il periodo di formazione a Milano di quattro mesi, è praticamente certo che le due figure verranno impiegate a Roma nello store in apertura.

Nel frattempo molti negozi nella zona designata vedono di buon occhio l’arrivo di Starbucks, in grado di attirare una clientela internazionale più vasta e un afflusso maggiore di giovani, tra i frequentatori abituali della catena. Altri invece sostengono che il centro storico di Roma non dovrebbe essere preso d’assalto da grandi marchi com’è ora, per non perdere la propria identità.

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