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Il Ministro Gianfranco Rotondi è indignato: a conti fatti, ai parlamentari rimarrebbero ogni mese "solo" 4.000 euro, una cifra troppo esigua per vivere dignitosamente.
Solo 4.000 euro a famiglia. Questa la cifra che, secondo alcuni calcoli approssimativi, rimarrebbero nelle tasche dei parlamentari ogni mese. Un dato cinque volte superiore agli 800 euro medi di un lavoratore precario, ma evidentemente non sufficienti alle esigenze del Ministro pidiellino Gianfranco Rotondi.
Sembra un grido d’allarme alla povertà quello lanciato da Rotondi ai giornalisti di Repubblica, ma ha già sollevato fitta indignazione in rete, soprattutto sulle fila di social network come Facebook e Twitter. Ammonterebbe a 12.000 euro lo stipendio di un parlamentare, suddiviso in 8.000 euro di indennizzo e 4.000 per il portaborse, ma le spese di alloggio e trasporto renderebbero la vita di deputati e senatori assolutamente invivibile.
“Ai tempi d’oro mettevo da parte anche la metà di quel che guadagnavo, oggi dei 12.000 euro, tra indennità e portaborse, ne rimangono solo 4.000, considerando tutte le spese personali per dormire e mangiare a Roma”.
Per soggiornare a Roma un parlamentare spenderebbe in media 2.000 euro e, tra contratti e uffici locali, si consumerebbe il resto dell’indennizzo. Una cifra per l’alloggio ben superiore a quella di un affitto medio italiano, per cui sorge naturale il dubbio che certi onorevoli proprio non si vogliano svincolare da un agio ben lontano dalla realtà. E, così, le “povere” famiglie dei parlamentari si ritroverebbero con l’acqua alla gola, con “soli” 4.000 euro a loro disposizione. Proprio per questo motivo, Rotondi lancia una provocazione:
“Propongo che il 2012 diventi l’anno del parlamentare a chilometro zero. A costo zero. Ridotto a vero proletario: dal prossimo 1 gennaio al successivo 31 dicembre lo lasciamo senza busta paga e senza uno straccio d’auto blu su cui salire e pavoneggiarsi”.
Senza busta paga sembra davvero una boutade inconcepibile, ma sicuramente un salario da operaio, un rimborso da stagista o un indennizzo da cassaintegrato potrebbero regalare un pizzico di senso della realtà a tutti i nostri rappresentanti, senza distinzione di colore politico.
Articolo originale pubblicato il 29 giugno 2011
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