Suicidio ragazza anoressica: la storia di Elisa, quando la fragilità supera la bellezza

Elisa Caimmi, un’altra vittima di quel profondo e devastante disagio forse traducibile con l’espressione “male di vivere”. A lei, 23 anni, di Osimo, bellissima, solare e circondata (almeno all’apparenza) da amici, la vita sembrava aver sorriso. Il verbo “sembrare”, però, è d’obbligo perché la decisione di togliersi la vita appendendosi ad un lenzuolo nella sua cameretta, di certo non deve esser stato facile per lei.

Il suo problema era comune a quello di tante ragazze sue coetanee, se non più piccole: l’accettazione del proprio fisico. Nonostante la sua indiscutibile bellezza, infatti, Elisa non si sentiva all’altezza delle sue amiche.Voleva sempre più da se stessa e, nel giro di poco tempo, è dimagrita così tanto da divenire anoressica, da dover essere curata in una clinica d’igiene mentale di Torrette e assuere dei farmaci.

Qualche giorno fa, però, aveva deciso di rifiutare qualsiasi tipo di supporto e la sua psiche è crollata di colpo. Verso le 16,30 la madre Sabina, insegnante alla scuola materna del Foro Boario, l’ha trovata morta, appesa a quel lenzuolo.

Amici e colleghi (lavorava come ragazza immagine al Noir, un locale di Osimo e studiava Biologia all’Università Politecnica delle Marche) piangono increduli: “Era dolcissima, ci portava spesso i dolcetti quando andavamo a lavoro. Non ha mai detto nulla dei suoi problemi, per questo non possiamo credere che sia successo davvero”.

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