Beau Solomon, la storia dello studente americano annegato nel Tevere

A distanza di cinque anni, le dinamiche dell'incidente che ha portato alla morte del ragazzo non sono ancora state chiarite. Il caso è al centro della puntata di Un giorno in pretura in onda su RaiTre il 25 settembre.

Emma Pietrarosa

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Beau Solomon, la storia dello studente americano annegato nel Tevere

È la notte del 1° luglio 2016, quando Beau Solomon, diciannovenne americano, a Roma per seguire un corso all’università, cade nel Tevere. A distanza di cinque anni le dinamiche di quell’incidente, che ha portato alla morte del ragazzo per annegamento, non sono ancora state chiarite. La storia di Beau è al centro della puntata di Un giorno in pretura, in onda il 25 settembre su RaiTre in seconda serata.

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Beau Solomon era arrivato a Roma il 30 giugno 2016. Originario di Spring Green, Wisconsin, il ragazzo si trovava nella Capitale per seguire un programma di studio di cinque settimane presso la John Cabot University, un college americano nel centro di Roma. Dopo una serata con gli amici vicino Piazza Trilussa, Beau si allontana per andare un attimo in bagno ma non fa più ritorno. È il suo compagno di stanza, il giorno dopo, a dare l’allarme. Il corpo del giovane viene recuperato solo quattro giorni dopo – incastrato tra le canne nel Tevere all’altezza di Ponte Marconi – con una profonda ferita alla testa e la camicia bianca intrisa di sangue.

Secondo quanto emerso dalle indagini, Beau sarebbe stato avvicinato da due persone che avevano intenzione di sottrargli la carta di credito. I due avrebbero portato Solomon sulla banchina del fiume a pochi metri dal ponte Garibaldi e li lo avrebbero abbandonato dopo averlo derubato. Poco dopo, il ragazzo, si sarebbe imbattuto in Massimo Galioto, un senza fissa dimora accampato nei pressi della banchina, con cui sarebbe nata una violenta lite. È qui che la situazione si complica.

Alcuni testimoni – tra i quali la sua ex ragazza -affermano che Galioto avrebbe colpito con una pietra e spinto in acqua il ragazzo, ma secondo le ricostruzioni degli inquirenti, realizzate anche grazie a un video che riprende in lontananza la dinamica dell’incidente, non c’è la certezza che sia avvenuta la colluttazione tra i due. Galioto, difeso dall’avvocato Michele Vincelli, è stato assolto anche in Appello per non aver commesso il fatto. I giudici, nella motivazione della sentenza, hanno spiegato che “Il contatto fisico fra l’aggressore e Solomon non è provato e le immagini non forniscono la conferma al narrato della principale testimone dell’Accusa: un dato obiettivo del quale non si può non tenere conto“.

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