"Essere Gabriele Muccino", il regista si racconta in un libro

In uscita il 28 settembre 2021, quasi trecento pagine in cui il celebre cineasta ripercorre tutta la sua vita e la sua carriera, rivelando retroscena inediti.

Un libro senza censure e con poche remore: Essere Gabriele Muccino, primo testo del famoso regista, sarà in tutte le librerie a partire dal 28 settembre 2021, edito da UTET. Quasi trecento pagine in cui Gabriele Muccino ripercorre tutta la sua vita e la sua carriera, rivelando i retroscena più divertenti sul set, ma anche i momenti più dolorosi – personali e professionali –, le litigate e le passioni di uno dei nomi più noti del cinema italiano. Come si legge nel comunicato stampa:

Io da piccolo balbettavo, non si capiva niente quando parlavo (anche meno di adesso!). Non riuscivo a esistere per le donne, non riuscivo ad affermarmi come individuo, come molti mi aggregavo ad un gregge cercando di appiccicarmi addosso le loro stesse etichette. Ma anche quello mi riusciva male. Ero il tipo contemplativo, non me ne fregava niente del calcio e poco della musica pop, mi piaceva la classica. Ero un ragazzo abbastanza isolato, amavo tantissimo il cinema e mi ero convinto che tramite il cinema avrei finalmente potuto raccontare chi ero, essere comprensibile e quindi compreso! Ovviamente non ce l’avevo così chiaro in testa, lo realizzo ora. Ma pensa solo che più ho fatto film meno ho balbettato. Non è scemato con il tempo, ma con i film! Il cinema ha cambiato tutto nella mia vita”.

Negli Anni ’90 Gabriele Muccino ha cominciato a girare i primi documentari e spot pubblicitari, fino a produrre il suo primo film, Ecco fatto, del 1998, seguito da Come te nessuno mai nel 1999. Popolari, sentimentali, profondi e a tratti furiosi, nelle sue pellicole il regista ha saputo mescolare da subito enormi capacità tecniche e un istinto nell’intercettare tematiche e storie in cui il grande pubblico non poteva che riconoscersi. Un esempio è L’ultimo bacio, che è stato il grande film generazionale italiano del duemila.

Proprio quella pellicola gli ha aperto le porte di Hollywood: nel 2005 ha diretto La ricerca della felicità e Sette anime (nel 2008), entrambi con Will Smith protagonista, che è anche produttore delle due pellicole e ha personalmente scelto Muccino, dopo aver visto i suoi film precedenti. Muccino diventa così uno dei pochissimi registi italiani ad avere una doppia carriera, americana e italiana, alternando film con Russell Crowe e grandi racconti corali con Kim Rossi Stuart, Pierfrancesco Favino e Micaela Ramazzotti.

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