La confessione agghiacciante di Amy Winehouse a poche ore dalla morte

La sera prima della sua scomparsa la cantante parlò con la dottoressa Christina Romete

La tragica morte di Amy Winehouse ha sconvolto tutto il mondo della musica lasciando un grande vuoto nel cuore dei suoi fan. A nove anni dalla sua scomparsa, è stata resa nota una confessione agghiacciante che la cantante fece ad una dottoressa poche ore prima della tragedia.

Era il 23 Luglio 2011 quando la popstar fu trovata senza vita nella sua casa di Camden, a Londra. Dopo varie indagini si è giunti alla conclusione che la morte è stata provocata da un’intossicazione da alcool presente nel suo sangue con un valore cinque volte superiore al limite consentito per la guida.

Nell’ultima indagine è presente la testimonianza della dottoressa Christina Romete ovvero il medico generico che aveva visitato Amy esattamente la sera prima del suo decesso.

In quell’occasione la cantante aveva ammesso di aver ripreso a bere alcool dopo un lungo periodo di astinenza e di essere consapevole della gravità delle sue condizioni di salute. Nonostante ciò Amy non aveva intenzione di suicidarsi infatti dichiarò gelidamente: “Non voglio morire“.

Per aiutare a gestire i sintomi di astinenza dall’alcool, la Romete le prescrisse un farmaco chiamato Librium ma rifiutò qualsiasi altro supporto per la salute mentale perché aveva paura che influisse sulla sua creatività: “Era una delle giovani donne più intelligenti che abbia mai incontrato. Era molto determinata a fare tutto a modo suo, compresa la sua terapia. Aveva una visione molto severa a riguardo“.

Quella sera stessa l’artista, che si era mostrata un po’ “alticcia ma capace di affrontare una conversazione“, confessò anche al medico che aveva ricominciato a bere da soli tre giorni e non sapeva se avrebbe continuato o meno. Nonostante le raccomandazioni della Romete, Amy non trovò il coraggio di smettere arrivando alla morte il giorno successivo.

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