Beatrice di York: la scoperta della dislessia da bambina

La reale britannica ha confidato di essersi sentita molto diversa dagli altri compagni di scuola, più abili di lei nella lettura e nella comprensione dei testi.

La Principessa Beatrice di York aveva già confessato in pubblico di soffrire di dislessia, un disturbo specifico dell’apprendimento che influisce sulle capacità di lettura e comprensione di un testo. Ora il suo impegno a favore della charity Made by Dyslexia l’ha portato a registrare un video in cui parla della scoperta della sua condizione da piccola.

L’aristocratica 31enne ha affermato di aver pensato a questa modalità di coinvolgimento perché sentiva di avere la responsabilità di cambiare la narrazione della dislessia, sopratutto in ambito scolastico, finendo così per parlare della propria esperienza.

Sono stata molto fortunata, ho frequentato una scuola in cui c’era molta comprensione e supporto“, ha spiegato la figlia più grande di Sarah Ferguson. “Ma descriverei il processo di imparare giorno dopo giorno una sfida molto ardua“.

La dislessia infatti ha creato inizialmente un solco tra la principessa e gli altri bambini, più abili di lei nella lettura: “Ricordo che avevamo diversi libri colorati in base alle capacità di lettura richieste. E io ero sempre impegnata con quelli bianchi, mentre i miei amici leggevano quelli verdi o gialli, più avanzati

Una situazione che la portò a dubitare delle proprie capacità: “In quel momento il dubbio mi ha colta: ‘Non sono abbastanza brave e intelligente, perché non sono come gli altri?“. Ancora oggi Beatrice considera quei momenti come importanti per la propria crescita, anche se tornando indietro direbbe alla se stessa più giovane di non preoccuparsi troppo.

La reale britannica ha quindi allargato la discussione agli attuali metodi educativi, forse troppo incentrati su test da passare in modo perfetto e molto poco sulle opportunità di espressione conferite ai giovani. Beatrice ha quindi concluso con un messaggio di incoraggiamento e consapevolezza: “La dislessia è qualcosa con cui ho a che fare tutti i giorni. Si sviluppa insieme a me, cresce, è una parte di me ed è basata sullo sviluppo del mio cervello. Non è qualcosa di sbagliato, perché ogni cervello lavora in maniera differente dagli altri“.

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