David Beckham affida il suo account Instagram a una dottoressa ucraina

"Oggi consegno i miei canali social a Iryna, la responsabile del Centro regionale perinatale di Kharkiv" ha detto il campione inglese. Per documentare le condizioni nelle quali sono costrette a partorire le ucraine.

I social media hanno una potenza incredibile, e la loro cassa di risonanza, in certi casi, può fare davvero la differenza. David Beckham, ex capitano dell’Inghilterra, 71 milioni di follower su Instagram, ha deciso di cedere il suo account a Iryna Kondratova, un medico donna che sta operando in Ucraina, per mostrare il lavoro del centro perinatale di Kharkiv in un momento drammatico come quello della guerra documentando le condizioni di estrema difficoltà nelle quali sono costrette a partorire le donne ucraine.

“Oggi consegno i miei canali social a Iryna, la responsabile del Centro regionale perinatale di Kharkiv, in Ucraina, dove sta aiutando le madri a partorire. Vai alle mie storie per saperne di più sull’incredibile lavoro che Iryna e gli operatori sanitari come lei stanno facendo per salvare vite umane in Ucraina. Per favore, dai quello che puoi per supportare @UNICEF e persone come Iryna usando il link per la donazione nella mia biografia”. Sull’account di Beckham c’è infatti un link che rimanda a una raccolta fondi di Unicef, di cui è ambasciatore, destinata a supportare i bambini ucraini coinvolti nel conflitto voluto da Vladimir Putin e le loro famiglie. L’ex campione e la moglie Victoria, riporta la Bbc, hanno già donato un milione di sterline a favore della popolazione ucraina.

La dottoressa ha postato dei video sul lavoro che i professionisti medici stanno svolgendo nella città di Kharkiv, la seconda più grande dell’Ucraina e obiettivo dei bombardamenti russi per più di tre settimane. I filmati mostrano neonati che vengono curati e un seminterrato dove i pazienti hanno dovuto essere spostati per sfuggire ai bombardamenti.”I primi giorni sono stati i più difficili. Abbiamo dovuto imparare a lavorare con i bombardamenti e gli scioperi”, ha raccontato la dottoressa. “Probabilmente stiamo rischiando la vita, ma non ci pensiamo affatto. Amiamo il nostro lavoro. Ci preoccupiamo, piangiamo, ma nessuno di noi si arrende”.

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