Freddie Mercury: sesso, droga e poco amore

Nuova biografia indiscreta su Freddie Mercury, compianto leader dei Queen. A raccontarci nuovi risvolti privati è l'assistente storico, Peter Freestone, accanto a lui per 12 anni.

Freddie Mercury, una biografia intima”: questo è il titolo dell’ultimo libro confessione dedicato al leader carismatico dei Queen. Ma l’autore non è un giornalista o un biografo qualsiasi, bensì l’assistente storico di Freddie che ne ha seguito l’evoluzione per 12 anni della sua vita. Peter Freestone era l’ombra del cantante, lo seguiva ovunque ed era la prima persona alla quale Freddie si rivolgeva in caso di bisogno.

Una fedeltà assoluta che Peter non ha mai tradito fino alla pubblicazione di questo libro-biografia, dove svela la luce e le tenebre della vita di uno dei più talentuosi autori degli ultimi decenni.

Dalla frequentazione assidua di locali fetish gay al sesso sfrenato, dalla droga fino alla malattia. Freestone non nasconde la passione di Freddie per gli incontri occasionali, vissuti in modo spensierato senza grandi implicazioni sentimentali. Come sostiene lui stesso il tipo di approccio non includeva amore, e questo ha portato Peater a dubitare che Freddie possa aver mai vissuto un sentimento in modo totalizzante e completo.

«Negli anni felici, quando non era impegnato a scrivere musica memorabile, Freddie si buttava sul {#sesso}. Per lui era un’attività spensierata da praticare senza grandi investimenti emotivi. L’amore di cui cantava apparteneva a un’altra dimensione e non so se l’abbia mai sperimentato di persona».

Per favorire la passione del cantante nei confronti del sesso, Peter si era fatto intestare una tessera da socio onorario del Saint, un vecchio teatro di New York trasformato in un nightclub per omosessuali. In questo modo si poteva mantenere un velo di discrezione sulle assidue frequentazioni da parte di Freddie, che in compagnia dell’assistente partecipava con costanza. L’obiettivo principale però era quello di accaparrarsi un armadietto dove stipare gli abiti fetish, richiesti per l’occasione, e la droga della quale Freddie faceva uso.

«Il venerdì pomeriggio andavo a casa del nostro amichevole spacciatore di fiducia nel Lower West Side. Su un tavolo c’erano due cestini da lavoro di metallo con dentro un vasto assortimento di pastiglie e polverine, tutti etichettati con nome e prezzo. Mancava solo il carrello»

Freestone, braccio destro di Mercury, non nasconde nulla del passato dell’artista e racconta anche della relazione con Bill Reid conosciuto in un bar di N.Y. Una storia ricca di passione e tensione, quasi carnale e turbolenta tanto da costringere Freddie a salire sul palco con la mano ferita da un morso del suo amante.

L’uomo, che ha seguito Mercury per molto tempo, era presente anche nel momento della malattia. Freddie, il quale aveva scoperto di aver contratto l’HIV nel 1987, si spense nella notte del 24 novembre del 1991 solo un giorno dopo aver rivelato al mondo del suo calvario. Una malattia che consuma il corpo e l’animo ma che non condizionò la relazione di Mercury con il suo ultimo compagno di vita, Jim Hutton, il quale gli rimase accanto fino all’ultimo. Nonostante le parole di Mercury:

«Io ho l’Aids, lo dicono i migliori medici sulla piazza, se vuoi lasciarmi non farò niente per impedirtelo, capirò».

Hutton non lasciò l’artista, e gli rimase vicino fino alla dipartita.

A distanza di tanti anni e a poco più di un mese dal suo 65esimo compleanno, mentre i Queen delegano a Lady Gaga l’onore di sostituire l’indescrivibile voce di Freddie Mercury, lasciano davvero perplesse le confidenze e le indiscrezioni dell’uomo al quale Freddie Mercury aveva affidato la sua fiducia. Risulta quasi irrispettosa questa prevaricazione del privato, nel nome del guadagno. Oppure è solo una mera strategia di marketing per pubblicizzare il film in uscita nel 2012?

Fonte: Il Giornale

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