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Dalla bigiotteria alla direzione creativa di Dior, la crescita e l'eredità del grande stilista italiano
Il 17 di giugno ricorre l’anniversario della scomparsa di Gianfranco Ferré, direttore creativo di Dior per 7 anni. Lo stilista italiano resta uno dei maggiori esponenti del Made in Italy tanto che la sua influenza ha influenzato molti stilisti internazionali. Lo stilista, intellettuale e artista milanese nasce a Legnano, il 15 agosto 1944, e dimostra talenti artistici e uno spiccato gusto per il bello fin da giovanissimo.
A soli sedici anni vinse il concorso nazionale di pittura dell’associazione culturale Famiglia Legnanese, con un dipinto ad olio. Fu solo dopo la laurea in Architettura che si affacciò al mondo della moda. Gianfranco Ferré inizia disegnando bijoux ed accessori e solo dopo numerosi viaggi in India, paese che influenzerà poi le sue creazioni, fonda nel 1978 la sua casa di moda, che porta il suo nome.
Da quel momento la sua creatività contagiosa influenza stili e gusti, diventando uno dei nomi di maggior rilievo nel mondo della moda. Il suo talento lo porta nel 1989 a iniziare la sua avventura nella Maison di Christian Dior, di cui diventa direttore creativo, fino al 1996. Audacia in passerella, senza mai eccedere.
Le sue camicie bianche, sempre con la stessa essenza ma pur sempre diverse, come le definiva lui, hanno sdoganato un capo apparentemente così semplice eppure così importante.
Gianfranco Ferré è scomparso 13 anni fa, nel 2007, a causa di un’emorragia celebrale, ha lasciato un vuoto importante nel mondo della moda. Il suo gusto, le sue creazioni, le sue innovazioni però continuano a vivere. Seppure il brand che porta il suo nome, e creato da lui con orgoglio nel 1978, non sia più attivo dal 2014, la sua visione della moda è ancora tangibile nel mondo delle passerelle.
Senza dubbio la camicia bianca, da Ferré riportata in auge come capo d’alta moda, ha avuto il maggior numero di tributi. Infatti nel 2015 Milano ha dedicato a Ferré e alle sue camicie bianche una mostra, dal titolo proprio La camicia bianca secondo me. Gianfranco Ferré. Ventisette i modelli esposti, di vari stili e tessuti, a taffetà, crêpe de chine, organza, raso, tulle, seta e di cotone. In mostra anche disegni, bozzetti, immagini pubblicitarie, video e installazioni.
Nel 2019 arriva in libreria Dior by Gianfranco Ferré, il libro che racconta attraverso immagini, disegni, bozzetti e testimonianze il lavoro dello stilista italiano in casa Dior, dal 1989 al 1996. L’opulenza delle stoffe, la raffinatezza e la precisione del taglio di Ferré sono descritti attraverso le foto di Laziz Hamani e le parole di Alexander Fury.
Da ottobre a dicembre 2020 invece a Piacenza si terrà la mostra Gianfranco Ferré, Omaggio a Guercino, che racconterà il legame dello stilista con la città. Negli anni ’80 lo stilista aveva sponsorizzato il restauro degli affreschi del Guercino all’interno della cupola della cattedrale di Piacenza. Ferré trasse ispirazione delle Sibille del Guercino per realizzare una delle sue collezioni.
La Fondazione Ferré porta avanti la sua eredità artistica.
Lo stilista iniziò disegnando bijoux ed accessori per Walter Albini e Christane Baily. Le sue creazioni divennero ben presto note, tanto da essere richieste per copertine di riviste di moda come Arianna, Grazia e Linea Italiana. Ma sono i suoi viaggi in India a influenzare la sua produzione e il successivo passaggio dagli accessori agli abiti. Qui trasse ispirazione per materiali, linee e design. Iniziò a lavorare per la San Giorgio Impermeabili e nel 1978 aprì l’azienda che portò il suo nome, e rimasta in attività fino al 2014.
La prima sfilata, sempre nel 1978, fu all’Hotel Principe di Savoia di Milan, e nel 1982 lanciò la linea uomo. Il gusto classico si fonde all’innovazione, pur restando fedele al concetto di eleganza. Dopo aver stilato il programma didattico della Domus Academy, la nuova scuola post-universitaria di fashion design, nel 1989 approda da Christian Dior. All’italiano Ferré il compito di direttore artistico delle linee Haute Couture, Prêt à Porter e Fourrure della casa di moda francese. Un onore concesso a pochi.
Nel marzo 2007, pochi mesi prima di morire, Gianfranco Ferré è nominato Presidente dell’Accademia di Belle Arti di Brera. La sua estrosità ha trovato una via per non essere mai volgare e diventare simbolo del Made in Italy.
Nel 1996 Gianfranco Ferré produce il primo profumo, dedicandosi a questo settore negli anni 2000, con delle fragranze ad hoc abbinate alle sue collezioni. Nascono così Ferré Pontaccio 21, GF Ferré Lei, GF Ferré Lui e Essence d’Eau, tra gli altri. Una strada intrapresa con successo, che introduceva lo stilista e designer anche a un pubblico più giovane.
Oltre alla sua ormai celebre camicia bianca, Gianfranco spazia tra haute couture, moda uomo e linee più economiche. Nascono così White Label Line, la Gianfranco Ferré Red, la GF Jeans e persino collezioni per i più piccoli. I punti forti restano però gli accessori, con ben 1500 punti vendita negli anni ’90. Per finire nel 2002 viene lanciata la prima linea di occhiali firmati Ferré, in collaborazione con Allison.
Gianfranco Ferré era un uomo riservato, uno stilista raffinato e un artista completo, ma ci sono delle curiosità sul suo conto che in pochi sanno:
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