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L'avvocatessa ha incolpato il Presidente degli Stati Uniti per la censura dei media nella sua politica
Amal Clooney, avvocato e giurista specializzata in diritto internazionale e diritti umani, continua a far sentire la sua voce a difesa dei giornalisti.
Solo pochi mesi fa, in una conferenza a margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, aveva denunciato gli abusi contro la libertà di stampa nel mondo: “Mi è chiaro che sebbene più di 170 Stati abbiano firmato il trattato internazionale con il quale promettono di tutelare la libertà di stampa, il sistema internazionale che dovrebbe far rispettare questa promessa non funziona. Lo sappiamo perché un numero record di giornalisti sono vittime di abusi in tutto il mondo, con denigrazioni, minacce, sorveglianza, arresti e anche omicidi“.
Oggi l’avvocatessa è tornata sulla questione e, con un’intervista al The Guardian, ha incolpato Donald Trump per quanto riguarda la censura della stampa e le accezioni negative che vengono usate per descrivere i giornalisti: “Parte delle parole utilizzate dai leader autoritari per descrivere i giornalisti sono ispirate alle parole pronunciate dal presidente degli Stati Uniti“. Più di una volta è stato Trump, infatti, a descrivere i giornalisti come “persone disoneste e terribili” e i media come “nemici del popolo“.
Per combattere la repressione dei media, Amal ha proposto una serie di sanzioni da attuare contro tutti i soggetti, compresi i ministri, che violano i diritti umani tra cui il diritto alla libera espressione: “Se i leader mondiali stanno diventando più uniti e più innovativi nel trovare il modo di mettere a tacere la stampa, noi come difensori della stampa non dovremmo fare lo stesso”.
Visualizza questo post su InstagramAmal Clooney criticises Donald Trump - full story via link in bio. #amalclooney
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La moglie di George Clooney ha centrato l’attenzione sulla grave questione che può essere definita come “silenzio delle democrazie” e sul bisogno di continuare a lottare: “Gli autocrati detengono il controllo dei media. Tutto quello che posso fare come avvocato per i diritti umani è continuare a cercare di spostare un problema più in alto nell’elenco delle cose da fare […] Purtroppo oggi c’è un paesaggio piuttosto desolante per quanto riguarda la responsabilità per le violazioni dei diritti umani“.
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