Amy Winehouse, musica, alcol e la tragica morte: il 23 luglio l'anniversario

Dalle dipendenze alla travagliata vita amorosa, la storia dell'ultima regina del soul

Una delle voci più graffianti, sensibili e tormentate della musica soul, Amy Winehouse ci lasciava nove anni fa a causa di un’intossicazione da alcol, come rivelato dall’autopsia eseguita sul corpo dell’artista. Una carriera breve ma intensa che ha portato la cantante ad affermarsi come uno dei nomi più importanti del panorama musicale, anche dopo la sua prematura dipartita.

Con soli due album, Frank e Back To Black, ha portato a casa cinque Grammy Awards, e numerosi altri premi e riconoscimenti. Insieme alle colleghe Duffy e Adele era considerata un’esponente della nuova generazione del soul bianco.

Dal jazz al soul, dalla motown al pop, Amy Winehouse è stata in grado di assorbire influenze di vari generi per creare musica indimenticabile. Ma il suo percorso personale, così come quello creativo, è stato frastagliato, difficile e autodistruttivo. Con il tormentone Rehab annunciò al mondo di non volersi sottoporre a nessuna disintossicazione per il suo abuso di alcol e droghe, e la sua parabola discendente l’ha portata a morire da sola il 23 luglio 2011. Il film documentario Amy, che racconta la vita della cantante, ha vinto l’Oscar come miglior documentario.

Amy Winehouse
Amy Winehouse e la madre Janis (foto Getty Images)

Amy Winehouse: 9 anni dalla scomparsa

La cantante britannica Amy Winehouse ci lasciava 9 anni fa. Nonostante gli eccessi, gli abusi di alcol e droghe, la figura di Amy, cantante malinconica e infelice, è diventata iconica per gli amanti del soul, che vedono in lei la capostipite di una rivoluzione musicale.

Con brani come Rehab, Back To Black e Love is a losing game si è imposta sul mercato internazionale grazie alla sua voce unica e quello stile di canto emotivo, com’è stato ribattezzato dalla critica, che è arrivato al cuore di milioni di fan.

Tutto ciò che scriveva, cantava e suonava era frutto delle sue esperienze personali, e proprio per questo secondo alcuni la sua morte era prevedibile. La sua musica raccontavano il suo malessere, le sue delusioni, le sue fragilità.

Amy Winehouse si è spenta a soli 27 anni, entrando nel tristemente noto club dei 27: Jimi Hendrix, Janis Joplin, Jim Morrison, Kurt Cobain e tutti quegli artisti tormentati morti per incidenti, overdose o suicidio a 27 anni.

Amy Winehouse (foto Getty Images)

La biografia di Amy Winehouse

Amy Winehouse è nata Enfield, nel Middlesex, il 14 settembre del 1983, in una famiglia della classe lavoratrice inglese. Era la figlia di un tassista e di una farmacista che le trasmisero sin da piccola l’amore per la musica jazz. Il vero avvicinamento alla musica arrivò verso i quattordici anni a seguito della separazione dei genitori e dopo essere stata espulsa da scuola.

Dopo i primi passi in alcune piccole band rap, le sue registrazioni attirarono l’attenzione di grandi nomi del mondo discografico. Amy firmò il suo primo contratto per la Island a 20 anni e, nel 2003, esordì con l’album Frank, un disco elegante ma ancora acerbo, nel quale si fondono l’rnb, il soul, il jazz e la bossanova. Ma per il successo internazionale dovette aspettare tre anni.

Infatti, fu con il suo secondo album, Back To Black, che il suo successo venne consacrato. Primo in classifica in quasi tutto il mondo con singoli di enormi successo e un brano, Rehab, che la rese popolarissima. Un vero tormentone, più accattivante di quelli successivi, ma non meno intenso.

Amy già cercava di raccontare la lotta con i suoi demoni: la depressione e la battaglia contro l’abuso di alcol. Problemi aggravati dall’incontro con il marito, Blake Fielder-Civil, che la introdusse alla droga e al crack.  Non solo, una battaglia con il suo peso, tra anoressia e bulimia, la portano a perdere quattro taglie tra un album e l’altro mentre, durante le apparizioni pubbliche e i concerti, appariva sempre più confusa e assente.

L’artista decise quindi, di ritirarsi momentaneamente dalla scena musicale nonostante il successo travolgente. Voleva disintossicarsi e lavorare al suo terzo album, che non vide mai la luce. Dopo il divorzio dal marito nel 2009, Amy continuò ad alternare fasi di lucidità ad altre di palese confusione. Il suo nuovo attesissimo disco continuava a essere rimandato e non uscì mai.

Nel dicembre del 2011, a pochi mesi dalla sua scomparsa, fu pubblicata una racconta di inediti con demo e versioni alternative dei suoi brani più noti, Lioness: Hidden Treasures.

Amy Winehouse nel 2003 (foto Getty Images)

Amy Winehouse: le canzoni più famose

Amy Winehouse è riuscita a influenzare e cambiare il mondo soul in pochi anni. Le sue canzoni più famose sono ancora tre le più vendute e riprodotte degli ultimi anni:

  • Stronger than me (Frank): il singolo di esordio già ci racconta i suoi problemi con gli uomini, in questo caso infantili e incapaci di stare al fianco di una donna nel momento del bisogno;
  • Rehab (Back To Black): il brano più famoso e più personale di Amy, che racconta delle due dipendenze e di come lei non volesse e non riuscisse a curarsi;
  • Back To Black (Back To Black): il brano che ha dato il titolo al suo secondo disco, quasi profetico visto il funerale celebrato nel video, e che ha confermato il suo successo mondiale;
  • Love is a losing game (Back To Black): il brano più amato dalla critica, racconta i dolori sentimentali della cantante che hanno contribuito alla sua distruzione;
  • Tears dry on their own (Back To Black): tra i brani e i video più belli dell’artista, girato tra le strade di Hollywood, racconta ancora una volta le sue sofferenze e quelle lacrime che, nonostante il successo, non cessavano mai;
  • You know I’m no good (Back To Black): ancora temi sentimentali, questa volta tradimenti, tra sonorità rnb, batteria e fiati, con atmosfera da night club;
  • Valerie (Back To Black): cover di un pezzo degli Zutons, ebbe così successo dal vivo da essere riproposta anche nella ristampa del disco;
  • Our day will come (Lioness): cover in versione reggae del brano originario di Ruby & The Romantics, che ci fornisce un ulteriore approccio alla musicalità di Amy;
  • Body and Soul (Lioness): duetto jazz con Tony Bennet, che ci mostra la versatilità tra generi differenti.
Mark Ronson e Amy Winehouse (foto Getty Images)

La vita privata: il marito e gli eccessi

La tormentata storia d’amore con il marito Blake Fielder-Civil è raccontata nel brano Love is a losing game. La coppia è stata sposata solo dal 2007 al 2009, anno del divorzio e fu proprio lui ad ispirare alcuni dei brani più belli e struggenti dell’artista. Il loro rapporto burrascoso era legato a tradimenti, liti e l’uso di sostanze stupefacenti.

Nonostante Amy Winehouse fosse già dipendente dall’alcol e lottasse da tempo con la bilancia, gli eccessi peggiori arrivarono nella sua vita portati dal marito. Fu proprio Blake, come ammesso da lui stesso in diverse interviste, a introdurre la cantante alla droga, tra eroina e crack.

I suoi numerosi scontri con la famiglia della cantante sono continuati anche dopo la morte di Amy. Dopo aver fatto pubblicamente ammenda per aver convinto la ex moglie a fare uso di sostanze stupefacenti, Blake Fielder-Civil ha preteso una parte del suo patrimonio.

La Winehouse non aveva fatto testamento e il suo patrimonio di quasi 3 milioni di sterline è andato ai genitori Mitch e Janis. “Questa persona ha speso molti soldi di Amy durante il tempo che hanno passato insieme” ha replicato il portavoce della famiglia. “Non ha portato nient’altro che dolore a tutti. Dargli un altro penny sarebbe troppo. Dire che sarebbe inappropriato per lui beneficiare della sua proprietà sarebbe un eufemismo“.

Blake Fielder-Civil e Amy Winehouse (foto Getty Images)

La tragica morte di Amy Winehouse

Il 23 Luglio 2011 Amy Winehouse fu trovata senza vita nella sua casa di Camden, a Londra. Dopo varie indagini, e teorie dei fan su un possibile complotti, si giunse alla conclusione che la morte era stata provocata da un’intossicazione da alcol presente nel suo sangue con un valore cinque volte superiore alla media. La cantante, dopo un lungo periodo di astinenza, aveva ripreso a bere da soli tre giorni, come confermato dalla dottoressa Christina Romete, che l’aveva visitata proprio la sera prima del suo decesso.

Le parole shock di Amy furono “Non voglio morire“, ma si spense proprio poche ore dopo. Da mesi la sua situazione era nettamente peggiorata e la sua guardia del corpo raccontò di come trascorresse le giornate immobile a vedere suoi video in silenzio. I fan accusarono l’ex marito e la famiglia di non averka aiutata in questo momento difficile e quindi, di non averla salvata da una morte annunciata.

I suoi funerali furono celebrati il 26 luglio con rito ebraico a Londra, presso il Golders Green Crematorium, e le ceneri furono disperse presso l’Edgwarebury Jewish Cemetery. Oltre a parenti e amici, diversi volti dello spettacolo presero parte al suo addio, come il produttore Mark Ronson e Kelly Osbourne.

Amy Winehouse film
Amy Winehouse in concerto nel 2011 (foto Getty Images)

Il film documentario su Amy Winehouse

Nel 2015 è uscito Amy, il documentario ispirato alla vita di Amy Winehouse, diretto da Asif Kapadia. Tra interviste, video rari e brani inediti, il docu-film ripercorre la drammatica esistenza della cantante. Presentato al Festival di Cannes nel 2015, è arrivato anche al cinema, e fu proiettato in Italia per tre giorni. Come ogni produzione postuma su Amy non collegata alla famiglia, i genitori ne hanno preso le distanze, accusando il documentario di essere fuorviante e ricco di bugie e inesattezze.

La prima volta che l’ho visto sono stata male” ha affermato la madre della Winehouse. “Amy stessa sarebbe andata su tutte le furie: non lo avrebbe mai voluto”. Eppure fan e critica non l’hanno pensata nello stesso modo, tanto che Amy ha vinto il premio Oscar come Miglior Documentario nel 2016, il British Academy Film Awards, il Satellite Award, il Critics’ Choice Movie Award e numerosi altri riconoscimenti.

Amy Winehouse (foto Getty Images)

5 curiosità su Amy Winehouse

Non solo alcol, droga e drammi sentimentali, Amy Winehouse è stata molto di più e queste curiosità vi svelano cose sul suo conto che neanche la sua musica vi ha raccontato:

  • era alta solo 1,57 ma grazie alla sua iconica acconciatura superava di molto il metro e settanta;
  • aveva molti fan celebri come Mick Jagger e Stevie Wonder;
  • il suo idolo era Frank Sinatra, da qui il nome del suo primo disco Frank (letteralmente anche franca, senza peli sulla lingua);
  • Bryan Adams le ha dedicato una canzone nel 2008, Flower Grown Wild, invitandola a mettere a posto il suo stile di vita sregolato;
  • la Amy Winehouse Foundation è un ente benefico fondato in suo onore dopo la sua morte.
Amy Winehouse (foto Getty Images)
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